Sondaggi M5S: consueto appuntamento con le rilevazioni di voto IXE per Agorà, trasmissione della mattina di Rai3. Pd primo partito senza rivali – a parte il M5S anche se la distanza aumenta. Aumenta anche la fiducia per Renzi e il governo, ma il Jobs Act non sfonda.
Sondaggi M5S: le intenzioni di voto realizzate dall’Istituto IXE per Agorà parlano chiaro, Il Pd continua a crescere. Al 19 febbraio il partito di Renzi risulta giunto a quota 33,9%: in crescita dello 0,6% della settimana scorsa. Diametralmente, il M5S accusa una flessione non trascurabile dello 0,5%: passa dal 24,9% della settimana scorsa, al 24,4% odierno. Lega Nord e Forza Italia vedono sostanzialmente invariate le rispettive posizioni (-0,2% per il Carroccio, +0,1% per gli “azzurri”). Sinistra Italiana consegue un buon risultato (5,1%) e si conferma quinto partito.
Sondaggi M5S: l’Italia appoggia Renzi ma non il Jobs Act
Secondo l’Istituto IXE, non c’è niente da festeggiare per i partiti “minori”. In calo dello,0,2% sia Fratelli d’Italia, che subisce l’avanzata di Sinistra Italiana, sia Area Popolare, formazione che raggruppa NCD e UDC. Ancora peggio fa Rifondazione Comunista che perde lo 0,4% rispetto alla settimana scorsa. Infine, Italia dei Valori sfiora l’1% (+0,2%), Scelta Civica ancorata allo 0,3%.
Di fronte ai più che buoni risultati del Pd, non stupisce l’aumento di percentuale riguardante la fiducia accordata al governo Renzi: dal 28% delle settimana scorsa, si passa al 30%.
Per quanto riguarda le rilevazioni in merito alla fiducia nei leader, bisogna rilevare il profondo distacco tra Renzi (32%) e tutti gli altri (questa settimana Salvini fa meglio di Beppe Grillo).
Ma se il paese, stando alle rilevazioni IXE, appoggia chiaramente il governo, in virtù della popolarità di Matteo Renzi e del suo partito, tuttavia, non vede ancora dei veri e propri segnali di ripresa economica. Almeno, così ha dichiarato ben il 68% degli intervistati.
Infatti, mentre Renzi, a proposito dell’annuncio Inps sugli 8oomila posti di lavoro stabili in più nel 2015, ha dichiarato che il “Jobs Act funziona”, dandogli torto, la maggioranza del campione si è detta certa del fatto che i suoi effetti positivi saranno esclusivamente di breve durata.