Bielorussia: il 15 febbraio, i ministri degli Esteri dell’Ue hanno reso noto che il Consiglio degli Affari Esteri dell’Unione ha deciso “di non prorogare le misure restrittive per 170 persone e tre società”. Tra i 170 bielorussi, è incluso il presidente del paese, Alexander Lukashenko Grigoryevich – noto anche come “l’ultimo dittatore d’Europa” – e funzionari governativi di alto livello.
Tuttavia, il Consiglio ha convenuto “che l’embargo sulle armi e le misure restrittive relative alle quattro persone segnalate connesse con le irrisolte scomparse di due politici dell’opposizione, un uomo d’affari e un giornalista, saranno estese per un ulteriore periodo di dodici mesi”. I ministri hanno inoltre invitato Minsk ad abolire la pena di morte e ad implementare, prima delle elezioni parlamentari di quest’anno, le raccomandazioni europee dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione (OSCE) in materia di democrazia.
Bielorussia: l’Unione Europea revoca le sanzioni
L’Ue aveva imposto le sanzioni contro la Bielorussia nel 2004, e sono state costantemente estese a più persone e organizzazioni per una serie di elezioni viziate, che hanno visto Lukashenko e i suoi sostenitori parlamentari al potere per cinque mandati. Un recente rapporto OSCE ha dimostrato che nell’elezione di ottobre la Bielorussia si è “in modo considerevole” spostata verso gli standard democratici, sottolineando però, l’assenza di garanzie riguardo ai voti multipli, una scelta limitata di partiti d’opposizione e una parità di condizioni tra Lukashenko e i suoi rivali.
Il portavoce bielorusso del ministero degli Esteri, Dzmitry Mironchik, ha accolto la decisione del Consiglio descrivendola come “una tappa importante verso la piena normalizzazione” delle relazioni Bielorussia – Ue. Egli ha aggiunto che l’eliminazione delle sanzioni “apre nuove opportunità per una più ampia cooperazione tra le due parti”. L’alto rappresentante della politica estera europea, Federica Mogherini ha chiarito che nel corso degli ultimi due anni l’Unione ha assistito ad alcuni passi positivi del governo bielorusso e che la revoca delle sanzioni vuole incoraggiare le autorità a fare di più. “La strada è ancora lunga davanti a noi, soprattutto da parte delle autorità [della Bielorussia] – ha spiegato Mogherini – la situazione nel paese non è rosea o perfetta e il più deve essere fatto”.
Il ministro degli esteri svedese Margot Wallstrom, d’altra parte, ha ribattuto con la stampa a Bruxelles che in Bielorussia “la situazione dei diritti umani e della democrazia non è migliorata”. Di contro, il ministro degli Esteri polacco, Witold Waszczykowski, ha sostenuto che il governo polacco è felice che siano state tolte le sanzioni, ma ha anche soggiunto che visiterà il paese per vedere se la Bielorussia “è determinata a cooperare con l’Unione europea e – soprattutto – con la Polonia”.
La Bielorussia ha legami molto stretti con la Russia, ma ha recentemente cercato di migliorare le sue relazioni con l’Ue, infatti nel mese di agosto ha rilasciato molti prigionieri politici e ha agito come mediatore nella crisi ucraina tra l’Ue e la Russia. Il paese ha anche rifiutato d’ospitare una base militare russa.