Comunali Torino: Forza Italia, ritorno alle origini?
Comunali Torino: Forza Italia, ritorno alle origini?
Mentre le altre compagini sono già pronte a darsi battaglia, con le macchine elettorali già ben avviate, il centrodestra, non solo a livello locale, appare diviso ed in rivolta, con Matteo Salvini che critica apertamente Bertolaso a Roma e il gruppo di Forza Italia a Novara che implode a causa della fuoriuscita di due dei tre componenti, i quali accusano il loro capogruppo di “fare il gioco” della Lega.
Approfittando della situazione, a Torino, le formazioni del “Movimento Cinque Stelle”, del “Partito Democratico” e della lista centrista di “Rosso” ed affini (UDC e CDU si ritrovano a correre insieme), che annovera tra i suoi candidati il re di “Torino Erotica”, Michele Macagnino, che bene si sposa con gli ex democristiani della coalizione, sono già pronte a fagocitare parte dei voti e dell’elettorato del centrodestra ormai allo sbando.
Voti fondamentali per Fassino, sindaco uscente, per smettere di temere ciò che avviene alla propria sinistra, e che tutt’oggi rischia di non fargli raggiungere il quorum utile per evitare il ballottaggio, rischio più che probabile in caso di risultati estremamente positivi delle coalizioni di “Sinistra e Libertà” guidata dall’ex sindacalista Airaudo e del “Partito Comunista”, rinato grazie all’ex eurodeputato Marco Rizzo.
Comunali Torino: una missiva giunge dal coordinamento nazionale di Forza Italia
Ma, come se non bastasse, al marasma generale che oggi regna nei partiti di centrodestra, è arrivata da Arcore o, pardon, dal coordinamento nazionale di Forza Italia, una missiva a firma di Gregorio Fontana, responsabile nazionale del settore organizzazione e, di Mariarosaria Rossi, amministratore nazionale del partito, che oltre a dare una serie di disposizioni sulla formazione delle liste, richiama i coordinatori locali al “civismo”, ovvero a liste che dovranno annoverare, testualmente, “un’adeguata rappresentanza della società civile non direttamente coinvolta in politica” da affiancare “ai militanti di Forza Italia” e che, aggiunge in seguito, forse meglio sottolinearlo visto i trascorsi passati, che “per gli uni e per gli altri valgono naturalmente i criteri della massima trasparenza e della più scrupolosa rispettabilità personale, e della dimostrata capacità, nella vita professionale o associativa, di realizzare obiettivi concreti”.
Un ritorno alle origini quindi: un ritorno ad un leader esterno alla politica che si batta per conquistare lo scranno di primo cittadino, almeno così si è tradotta a Roma – previo sorprese dell’ultimo minuto – e a Milano questa direttiva.
Ma cosa potrebbe accadere invece a Torino?
A Torino questa missiva arrivata da Piazza San Lorenzo in Lucina, sede romana di Forza Italia, riapre i giochi che ormai sembravano raggiungere un triste epilogo per gli elettori del centrodestra.
Infatti, dopo l’ennesima “buca” rifilata dal quartier generale di Arcore al notaio Alberto Morano, non ancora ricevuto dal Cavaliere, candidato della società civile che forse meglio avrebbe potuto trovare una sintesi tra le varie anime del centrodestra, sembrava ormai essere certa la nomina dell’ex deputato Osvaldo Napoli, come candidato di coalizione in quota Forza Italia.
Tant’è che a sostegno dell’inossidabile Napoli, si è schiarato l’avvocato Olivetti, già famoso nel recente passato per i suoi manifesti contro l’immigrazione senza regole, il quale si è reso disponibile attraverso una propria lista civica e, proprio per questo motivo, è stato vittima di sfottò e caricature sul web in occasione di San Valentino e, i cui manifesti, come segnala “La Stampa”, saranno affissi dal 7 marzo prossimo.
Ma con la partita novarese che si riapre a causa dello scioglimento del gruppo forzista, rendendo traballanti gli accordi presi sino ad allora, facendo così tremare il candidato leghista Alessandro Canelli, e l’assordante richiesta da parte dei vertici di Forza Italia di una preminenza della società civile nelle proprie liste, se non addirittura a guida della coalizione come avvenuto a Roma e a Milano, di fatto, fanno andare in fumo, ancora una volta, le certezze del centrodestra di avere un proprio candidato a Torino.
La domanda sorge quindi spontanea:
Si opterà come nelle altre città ad un candidato proveniente dalla società civile, oppure Torino, come si suol dire, sarà l’eccezione che conferma la regola, con un candidato proveniente dalla politica ed appoggiato da professionisti e arditi della società civile?
Diego Mele