Arriva la legge sul conflitto di interessi per i politici
Un lavoro, uno solo. E’ questa la ratio della nuova iniziativa sul conflitto di interessi targata Partito Democratico. L’onorevole che ha un lavoro autonomo o una professione non potrà essere parlamentare, membro del Governo o consigliere regionale. Una linea ferrea che porta l’impresa del ‘neo’ eletto ad affidare la propria impresa ad un consiglio fiduciario che impedisca il possibile conflitto d’interessi.
Questione di ore e la legge sul conflitto di interessi dovrebbe essere approvata. Probabilmente la legge più voluta dal popolo del centro sinistra nel decennio passato, un provvedimento che avrebbe colpito direttamente Silvio Berlusconi, leader del Polo prima e della Casa delle Libertà poi, al fine di toglierlo di mezzo dalla scena politica nostrana. Non andò così. Adesso si stringe: in poche ore dovrebbe chiudersi tutto.
Conflitto di interessi, ecco chi non potrà sgarrare
I diretti interessati saranno i seguenti: presidente del Consiglio, vicepresidenti, ministri, viceministri, sottosegretari, commissari straordinari di governo, presidenti delle Regioni e delle Province autonome e componenti delle rispettive Giunte, parlamentari italiani e consiglieri regionali, componenti delle Authority. Non potranno ricoprire altri impegni negli uffici pubblici o attività private. Insomma, dovranno dedicarsi al 100% al loro mandato, quello della cosa pubblica.
“Con questa legge finalmente Matteo Renzi riuscirà a dare lavoro a qualche disoccupato. In sostanza viene dichiarato ineleggibile chiunque abbia un’ attività imprenditoriale, un’ attività o una professione. Il Parlamento diventerà una agenzia di collocamento per professionisti della politica e nullatenenti. Complimenti a chi ha pensato questa legge e all’ idea di società che esprime”, la velenosa critica di Daniela Santanchè. Parla di “pulizia socio-ideologica del Parlamento e della politica”, Paolo Sisto, un altro forzista. Gli fa eco Renato Brunetta, berlusconiano doc: “una legge che premia i nullafacenti, chi non sa, chi non ha fatto niente e chi non farà mai niente. Siamo di fronte a un asse Pd-Cinque Stelle che rischia di portare il paese a una deriva autoritaria, populista e demagogica”.
Ma un colpo alla botte e uno al cerchio: se da una parte Forza Italia parla di una legge dura, durissima e che mortifica i professionisti prestati alla politica per innalzare il livello parlamentare, dall’altra parte il Movimento 5 Stelle critica la legge sul conflitto di interessi per la troppa morbidezza. A parlare è Danilo Toninelli: “questa legge è solo un miraggio fa il solletico al conflitto di interessi e lo capiamo fin dalla prima riga: questo conflitto di interessi voluto dal Pd riguarda solo le cariche politiche. Si tratta di 230 persone. E’ misero il numero degli interlocutori e dei destinatari di questa legge”.