Elezioni USA: i Democratici, la Clinton e il forziere dei superdelegati
Elezioni USA: i Democratici, la Clinton e il forziere dei superdelegati
La chiave di volta per le candidature alla presidenza Usa? I superdelegati. E se la storia è magistra (si veda il caso Barack Obama) non è imprudente immaginare che Ilary Clinton abbia la postazione blindata, nella casa dei democratici s’intende.
I superdelegati: chi sono e perché si distinguono dai delegati
Nel complesso sistema per la definizione delle candidature dei presidenti americani, che si articola in caucus e primarie, sono due le categorie che determinano l’esito della gara tra i competitors: i delegati e i superdelegati.
Il delegato viene nominato per partecipare al congresso nazionale del partito a seguito di elezioni primarie di un determinato Stato o caucus. Dal momento che questi delegati sono scelti dal voto popolare, essi sono tenuti a votare per un certo candidato alla convention nazionale del loro partito, sulla base dei risultati delle elezioni primarie o caucus. I delegati sono spesso attivisti del partito, leader politici locali, o primi sostenitori di uno specifico candidato.
I superdelegati sono invece dei componenti scelti dai leader di un partito politico e nella maggiorparte dei casi si tratta di un membri di alto rango del partito, come ex goveratori o ex presidenti. Questa categoria di votanti è presente solo all’interno del partito democratico.
Elezioni USA e Democratici: perché la Clinton è favorita
Nelle differenze tra i delegati e i superdelegati va annoverata un’importante disparità di ruolo.
A differenza dei delegati impegnati, i superdelegati sono autorizzati a votare per qualsiasi candidato vogliano all’interno della convetion nazionale di partito. In sostanza, mentre questi ultimi non sono vincolati da alcuna promessa, i delegati sono impegnati a votare per un certo candidato.
Ecco quindi la ragione per cui i superdelegati hanno molta più libertà politica dei delegati impegnati: possono votare per qualsiasi candidato presidenziale primario senza rivelare la loro scelta.
Nell’attuale competizione è molto probabile che Hillary Clinton ottenga – tra gli altri – l’appoggio dei superdelegati, a danno del socialista Bernie Sanders, come emerge dai dati aggiornati ad oggi.
Le ragioni di questo presunto vantaggio sono facilmente districabili. La carriera politica della moglie di uno dei più discussi presidenti americani, è cominciata 25 anni fa. Cinque lustri dedicati alla raccolta fondi per i democratici locali, alla campagna elettorale per fare eleggere i candidati di turno alla Camera e al Senato e al consolidamento dei ruoli raggiunti. Dal Maine alla California Ilary Clinton, piaccia o no, è sempre stata in prima linea per il partito. Non è perciò difficile da immaginare che ora i fedelissimi, un tempo semplicemente attivisti e ora superdelegati, voteranno per l’ex first lady. Una donna che alla politica, siano condivisibili o meno le sue posizioni, ha dedicato tutta se stessa.
(Articolo di Marianna D’Alessio. Grafico a cura di Emanuele Vena)