Obbligo fedeltà: di cosa si tratta?
Il Senato ha approvato la fiducia posta dal governo sul maxiemendamento al ddl Cirinnà; esso è frutto dell’accordo raggiunto nei giorni scorsi dal Partito Democratico e Area Popolare sul tema delle unioni civili. Rispetto alla precedente formulazione, la nuova legge prevede lo stralcio la stepchild adoption e dell’obbligo di fedeltà per le unioni civili. Se il concetto di stepchild adoption è stato largamente discusso e al centro della contesa politica fin dall’inizio dell’iter legislativo , soprattutto tra PD e NCD e all’interno del PD stesso, quello di obbligo di fedeltà può risultare più oscuro ed è balzato alle cronache solo negli ultimi giorni.
Obbligo fedeltà, che cos’è?
Nel ddl Cirinnà originario i diritti e i doveri di una coppia dello stesso sesso corrispondevano sostanzialmente a quelli di un matrimonio tra eterossessuali, che in Italia è regolato dal Codice Civile nel Titolo VI, interamente dedicato ai diritti e doveri che nascono dal matrimonio. Nel dettaglio l’articolo 143 recita:
“Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione.
Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia”.
Nel nuovo testo nell’articolo 3, che originariamente appunto ricalcava il Codice Civile, è stato invece eliminato l’obbligo di fedeltà, mentre rimane l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. La cancellazione dell’obbligo di fedeltà è stata rivendicata dalle componenti più conservatrici della maggioranza (NCD ma anche i cosiddetti cattodem) come un modo per eliminare qualsiasi equiparazione dell’unione civile al matrimonio. “Abbiamo abolito l’obbligo della fedeltà, principio fondamentale del matrimonio, proprio per marcare la differenza tra unioni civili e matrimonio” esulta Renato Schifani, capogruppo al Senato di Alleanza Popolare.
La scelta ha ovviamente suscitato reazioni contrarie, come quella del Presidente di Gaynet Franco Grillini, che ha commentato: “A quanto pare oltre alla stepchild adoption, che in paesi civili come la Francia, la Germania, il Regno Unito è addirittura automatica, Alfano ha imposto di togliere al testo anche la ‘fedeltà’ sessuale come requisito di coppia per le unioni civili, perché sarebbe una caratteristica esclusiva del matrimonio eterosessuale.
E così avremo le corna legali mentre per le coppie etero no. E’ lo Stato che ci mette le mani nelle mutande volendo decidere chi può fare sesso, come e con chi e magari anche con che frequenza”.
Inoltre, oggi è stato presentato un disegno di legge, a firma della senatrice PD Cantini e sottoscritto da altri deputati, tra i quali Sergio Lo Giudice e la stessa Monica Cirinnà, che propone, con un intento fortemente provocatorio, che venga tolto “dall’articolo 143 del codice Civile il riferimento all’obbligo reciproco di fedeltà tra i coniugi“.
Secondo la senatrice Cantini questo dovere “E’ un retaggio di una visione superata e vetusta del matrimonio” e “il giudice non può fondare la pronuncia di addebito della separazione sulla mera inosservanza del dovere di fedeltà coniugale. Inoltre la legge 219 del 2012 ha superato la distinzione tra figli legittimi e naturali, che rese fondamentale all’epoca l’obbligo di fedeltà tra i coniugi. Da questo punto di vista l’accordo raggiunto sulle unioni civili recepisce un modello molto più avanzato, che dovrà essere recepito dal codice civile”.