Il ministro dell’Interno e leader del Nuovo Centro Destra Angelino Alfano è indagato dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio. Secondo i magistrati Alfano avrebbe abusato del proprio potere per trasferire nel giro di pochi giorni il prefetto Fernando Guida da Enna ad Isernia perché scomodo a Vladimiro Crisafulli, ex senatore del Pd e padre padrone dell’Università Kore di Enna. Insieme al responsabile del Viminale nel registro degli indagati sono iscritti anche il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico (già imputato e poi assolto per lo stesso reato dalla Procura di Potenza in un caso analogo) insieme al suo segretario particolare Ugo Malagnino, il ras delle preferenze ad Enna Vladimiro Crisafulli (Pd) e l’ex Presidente dell’Università Kore Cataldo Salerno. Il procuratore aggiunto di Roma Francesco Caporale e il sostituto Roberto Felici che coordinano l’inchiesta hanno trasmesso il fascicolo al tribunale dei ministri lo scorso 1 febbraio.
Perchè Alfano è indagato
I fatti incriminati risalgono al 23 dicembre 2015, giorno del Consiglio dei Ministri in cui Alfano aveva deciso di trasferire il prefetto Fernando Guida da Enna ad Isernia in maniera del tutto inaspettata. Infatti in quella sede furono formalizzati ben 14 spostamenti di prefetti ma quello di Guida era inatteso poiché il prefetto di Enna non aveva ancora festeggiato i due anni di insediamento (gennaio 2014), termine minimo per destinare i prefetti ad altri incarichi. Secondo la procura, la scelta di trasferire Guida sarebbe motivata dal fatto che quest’ultimo, cinque giorni prima del cdm (18 dicembre), aveva avviato tutte le pratiche per il commissariamento della Fondazione Kore che nomina il Presidente dell’omonima Università di Enna. Se inoltre – come era avvenuto in molti dei casi studiati dal cdm – quando un prefetto viene trasferito è prassi nominarne subito uno nuovo, nel caso di Enna il governo aveva preferito soprassedere aprendo un vuoto di potere colmato solo con la nomina di 3 commissari prefettizi il 1° febbraio scorso: Francesca Adelaide Garufi, Carlo Colapietro e Angelo Paletta. Sebbene il commissariamento della fondazione Kore sia avvenuto lo stesso, i magistrati vogliono capire se il trasferimento inusuale di Guida non avesse lo scopo di bloccarlo. Secondo quanto riportato stamane dal Fatto Quotidiano a fare pressioni sul Viminale sarebbe stato lo stesso Crisafulli, già indagato insieme a Salerno per malversazione. L’ex senatore dem infatti si sarebbe mosso in due direzioni: rivolgendosi all’ex sindaco di Bronte e suocero di Giuseppe Castiglione (sottosegretario di Ncd e fedelissimo di Alfano) Giuseppe Firrarello e a Ugo Malagnino, segretario particolare del viceministro Bubbico.
Il percorso dell’inchiesta
L’indagine nasce sotto la supervisione dell’ex procuratore capo di Enna Calogero Ferrotti, in pensione dal 1° gennaio 2016, che si era già espresso sulla sostituzione del prefetto Guida: “L’allontanamento di Guida – aveva detto – è un vero sfregio al tessuto vivo di questo territorio. Fin dal suo insediamento aveva dato l’immagine autorevole della presenza dello Stato, in una terra difficile. Al radicamento di questi principi basilari, alcune forze, da tempo, si dimostrano invece indifferenti, se non addirittura avverse”. Prima di lasciare, Ferrotti ha così spedito tutta la documentazione relativa ai propri colleghi di Roma che hanno provveduto all’iscrizione di Alfano, Bubbico, Malagnino, Crisafulli e Salerno nel registro degli indagati. Ora tutto passa nelle mani del Tribunale dei Ministri, l’organo competente per giudicare i reati commessi dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni. Il collegio formato da tre giudici fissi e tre estratti a sorte nel distretto di Roma, svolte le indagini preliminari e sentito il pubblico ministero, entro 90 giorni deve decidere se archiviare tutto o rinviare gli atti alla Procura in modo che essa li trasmetta a sua volta al ramo del Parlamento competente per ottenere l’autorizzazione a procedere.
Alfano: un caso morto smentito dai fatti
“La vicenda di cui si parla è un caso nato morto, superato e smentito dai fatti” è stata la reazione a caldo del Ministro dell’Interno. “Da oltre 20 giorni è stata commissariata la Fondazione Università di Enna – ha chiarito Alfano – e il trasferimento del prefetto di Enna è avvenuto in via del tutto ordinaria insieme a tanti altri, senza avere ricevuto sollecitazione o pressione alcuna, e con la piena condivisione dell’interessato, come da nostra prassi ove possibile”.“Il Procuratore di Enna, che è andato in pensione – ha concluso il ministro – aveva polemizzato con me per il trasferimento del prefetto proprio alla vigilia del suo meritato riposo. Se avesse avuto la pazienza di aspettare i tempi dell’iter amministrativo di esclusiva competenza della prefettura, avrebbe visto la conclusione da lui desiderata”. Pronte le reazioni del Movimento 5 Stelle che, per voce di Luigi Di Maio, ha chiesto le dimissioni di Alfano.
Giacomo Salvini
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