Oggi si è svolto l’atteso incontro tra il premier Matteo Renzi e il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker. Un appuntamento che arriva dopo settimane di schermaglie tra Bruxelles e Roma. Come aveva anticipato il Corriere della Sera, l’incontro è stato all’insegna del “fair play“. D’altronde i toni battaglieri si erano smorzati negli ultimi giorni. E così non stupisce più di tanto sentir dire da Juncker che “dal 2011 l’Italia ha mantenuto una condotta esemplare. Se tutti avessero fatto come voi, oggi i problemi europei sarebbero minori. Così come lo sarebbero se tutti applicassero le decisioni della Commissione, ma su questo tema non mollo. Di certo l’Italia non è un problema per l’Europa“.
Tra Renzi e Juncker scambio di cortesie
Cortesia ricambiata dall’ospite di casa. “Credo che sia per noi un momento importante quello della visita di Juncker – dice il premier -. Gli abbiamo dato il benvenuto con una notizia: per l’Italia siamo al record storico di infrazioni in senso di riduzione delle procedure. Siamo passati da 199 procedure di infrazione quando siamo andati al governo alle 83 di oggi. L’Italia si è rimessa in moto, come dice Jean Claude non è più un problema per l’Europa”. E ancora: “Noi condividiamo la linea della commissione sulla flessibilità, vorrei fosse scolpito sulla pietra. La commissione Juncker ha parlato di flessibilità nel documento del 13 gennaio 2015, noi lo condividiamo, siamo sempre per maggiore flessibilità ma va bene: hic manebimus optime”.
Certo le distanze permangono. “Useremo la flessibilità che ci è stata data. Ma stop all’austerity – afferma il premier – Oggi Juncker ha detto che è stupida. Io sottoscrivo, ma se parliamo del nostro debito non dobbiamo ridurlo perché ce lo chiede la Commissione, ma per i nostri figli, anche se sono gli stessi tedeschi a riconoscere che il nostro debito è sostenibile”. Sipario.