Moldavia: la crisi continua
Moldavia: grandi folle da oltre un anno si stanno riunendo quasi ogni settimana nel centro di Chisinau, la capitale del paese, per protestare contro la corruzione e il clientelismo endemico. Alcuni manifestanti sospettano che la ricca élite stia cercando di controllare il paese, altri affermano che le proteste di piazza siano organizzate dai manifestanti filo-russi, che cercano di spodestare un governo “europeo”; ma la realtà del paese è più complicata: si tratta di una grave crisi politica. L’opposizione sta chiedendo le dimissioni del governo del primo ministro Pavel Filip, che comprende una coalizione formata da due gruppi filo russi e da uno pro-Europa – il movimento Dignità e Verità, guidato da Andrei Nastase – e le elezioni parlamentari anticipate.
Moldavia: la crisi continua
Le diverse anime della protesta hanno messo da parte le loro differenze ideologiche, almeno temporaneamente, e hanno minacciato il governo, concedendogli una settimana, per presentare un programma di elezioni, in caso contrario avrebbero iniziato una campagna di disobbedienza civile. La Moldavia, una piccola ex repubblica sovietica, è fiera della sua identità e della sua indipendenza – ma è uno dei paesi più poveri d’Europa e del tutto paralizzato dalla corruzione. Nel 2014, un miliardo di dollari – o circa il 12 per cento del PIL – sono scomparsi dalle banche del paese con un misterioso schema.
Un devastante 88 per cento della popolazione sostiene che la Moldavia si stia muovendo nella direzione sbagliata. Sulla scia dello scandalo delle frode bancaria, hanno iniziato a cadere le teste: il primo ministro Vlad Filat, è stato arrestato; il suo successore, Valeriu Strelet in ottobre è stato sfiduciato; il parlamento poco tempo fa ha nominato un altro primo ministro, Pavel Filip, ma la nomina poco ortodossa e senza le prescrizioni costituzionali, ha scatenato un’altra ondata d’indignazione.
I manifestanti hanno preso d’assalto il parlamento, e più di 20.000 persone si sono riunite per far dimettere immediatamente tutti i leader. Con l’eccezione dei paesi baltici, la corruzione e l’abuso di potere affliggono tutti gli Stati post-sovietici – e la più grande vittima è la fiducia della gente nei valori democratici.
Lo Stato è a corto di denaro e ha limitato i salari al settore pubblico, pensioni e sovvenzioni. Tutte le altre spese che vanno dalle riparazioni, acquisto di beni e servizi sono stati sospese. Il nuovo governo spera di riprendere il programma del FMI, sospeso l’anno scorso in mezzo all’instabilità politica. Al momento, i tanto attesi 150 milioni di euro dalla Romania sono stati bloccati, così come tutti i finanziamenti dell’UE. Il FMI che, di recente, per aggiornare i propri dati economici ha visitato la Moldavia, non ha rilasciato dichiarazioni a proposito delle condizioni necessarie alla ripresa del programma.
Il collasso dell’economia moldava è la storia politicamente più imbarazzante che l’UE sta affrontando nel partenariato orientale. La Moldavia è uno dei tre stati che hanno firmato l’accordo di associazione con l’Unione europea nel 2014 e, in termini di riforme, è stato considerato un suo allievo. Il paese è stato il primo tra i sei Stati del partenariato orientale ha ricevere l’esenzione del visto per l’UE. Purtroppo il denaro rubato ha innescato un rapido deprezzamento della moneta nazionale, il leu, e un brusco calo del tenore di vita. Senza sbocco sul mare tra la Romania e l’Ucraina, il paese dipende principalmente dalle rimesse dei migranti per oltre il 25% del suo PIL. Questo è un reddito che attualmente è in fase di decelerazione.