Sei volti per l’Europa, ecco i candidati alla presidenza della Commissione
Soddisfatti o no, i risultati delle elezioni europee sono arrivati e si è formato un nuovo parlamento dalla composizione molto variegata. La maggioranza dei seggi (213) è andata al gruppo dei democratici-cristiani del Partito Popolare Europeo, seguito dall’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici con 191 seggi e dai Liberali con 64, mentre si sono affermati anche molti partiti euroscettici. A questo punto, siamo in attesa della nomina del capo dell’ “esecutivo europeo”, ossia del presidente della Commissione. Vediamo chi sono i candidati per questa nomina.
Il 28 maggio 2014 si è svolta a Bruxelles la prima riunione informale dopo i risultati delle appena scorse elezioni, durante la quale il Consiglio Europeo ha incaricato il suo presidente, Herman Van Rompuy, di avviare le consultazioni con il nuovo parlamento per la nomina del futuro presidente della Commissione. I sei candidati abbiamo avuto modo di conoscerli durante questo mese: addirittura, il 15 maggio scorso, si è tenuto in eurovisione un dibattito tra questi personaggi che si confrontavano ed esprimevano le proprie idee. Potremmo definirlo il primo vero dibattito della storia democratica europea, un’iniziativa con l’obiettivo di coinvolgere i cittadini ed avvicinarli a quelle istituzioni sentite sempre così lontane. Certo, c’è da sottolineare che i candidati hanno avuto un solo minuto a testa per rispondere alla varie domande su quei temi così ampi e complessi, ma almeno le persone hanno avuto modo di conoscerli meglio. Ora, come previsto dal Trattato di Lisbona, il Consiglio Europeo deciderà in merito alla personalità che sostituirà Josè Manuel Barroso alla guida della Commissione, ma tenendo conto anche del risultato elettorale. Rivediamo il profilo dei candidati.
Jean-Claude Juncker, candidato del Partito Popolare Europeo (PPE): Juncker sembra essere il favorito di Angela Merkel, ma non quello del premier britannico David Cameron. Nato in Lussemburgo nel 1954, ha una lunga esperienza politica, avendo ricoperto per quasi vent’anni la carica di Primo Ministro nel suo paese e per sette quella di presidente dell’Eurogruppo. Appoggiato qui in Italia dalla maggioranza dei partiti di centro e centrodestra, tra cui Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Unione di Centro, il candidato lussemburghese promuove la continuazione dell’odiata politica di austerity, un salario minimo in tutti gli Stati membri, politiche energetiche comuni e la finalizzazione dell’accordo per la zona di libero scambio transatlantica (TTIP).
Martin Schulz, candidato dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D): l’attuale presidente del Parlamento europeo è nato in Germania nel 1955, e anch’esso vanta una lunga carriera politica europea, essendo stato per otto anni presidente del Gruppo Socialista. Qui in Italia è appoggiato dal Partito Democratico e dal Partito Socialista Italiano, e promuove principalmente politiche di sviluppo economico e tutela sociale.
Alexis Tsipras, candidato della Sinistra Unitaria Europea – Sinistra Verde Nordica (EUL/NGL): c’è stata un’ondata di consensi in Grecia per il suo partito, Syriza, e anche in Italia il suo nome e il suo operato è stato molto apprezzato. Tsipras è un ingegnere nato nel 1974 e dal 2009 è il leader del partito ellenico succitato. La lista che lo appoggia nel nostro paese è L’Altra Europa con Tsipras, che sostiene con lui la fine delle politiche di austerità, la progettazione di un “New Deal Europeo” e l’emissione di eurobond che finanzino la crescita in tutti gli Stati membri.
Guy Verhofstadt, candidato dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE): nato in Belgio nel 1953, Verhofstadt è stato per nove anni Primo Ministro nel suo paese. Dal 2009 è presidente del Gruppo ALDE al Parlamento Europeo, rappresentato in Italia da Scelta Europea, partito che non è tuttavia riuscito a superare lo sbarramento del 4% alle scorse elezioni. Tale gruppo da lui sostenuto desidera uno sviluppo in senso federale dell’Europa, scelte forti per risanare i debiti pubblici (come le privatizzazioni) e una accurata riorganizzazione della burocrazia.
Joseph “José” Bové e Franziska “Ska” Keller, candidati dei Verdi Europei: il primo è un francese, classe 1953, molto popolare negli ambienti no-global; la seconda è invece una giovanissima tedesca, nata nel 1981, che ha intrapreso la sua prima esperienza politica come eurodeputato nel gruppo dei Verdi nella sessione appena conclusa. Rappresentati in Italia da Green Italia-Verdi Europei, i due candidati propongono all’unisono politiche per uno sviluppo economico sostenibile con l’ambiente e la tutela degli ecosistemi. La loro promozione è perciò volta allo sviluppo di tecnologie avanzate nel campo energetico, anche e soprattutto per un rilancio occupazionale.
Giulia Angeletti