Fisco e tasse: ipotesi del taglio Irpef a partire dal 2017
Fisco e tasse: ipotesi del taglio Irpef a partire dal 2017
La Rivoluzione copernicana del fisco, punto irrinunciabile del programma di palazzo Chigi per il rilancio dell’economia italiana, prevede un potenziale riordino delle aliquote Irpef (l’imposta sui redditi dei cittadini), a partire dal 2018. Tuttavia il viceministro Enrico Morando, interpellato a tal proposito, non esclude che l’obiettivo fiscale di medio termine possa tradursi in azione di stimolo concreta già a partire dal 2017. “Se le cose dovessero andare un po’ per il verso giusto, sarebbe possibile anticipare al 2017 iniziative che oggi programmiamo per il 2018”.
Tale iniziativa potenziale dovrà comunque tenere in debita considerazione i necessari rapporti d’intesa, derivanti dalle valutazioni che l’Unione europea paleserà fra qualche tempo, riguardo l’ultima legge di Stabilità per il 2016. La collegialità di gestione dei margini di sviluppo e crescita fiscale è uno dei perni di cui la politica economica italiana si è fatta promotrice, proprio in sede comunitaria, attraverso una proposta articolata presentata in questi ultimi giorni.
Irpef ma non solo: il rilancio del fisco italiano tra certezze ed ipotesi
Il 2017, chimerica annualità felix per il fisco italiano, ha già in conto titoli anche la riduzione di 4 punti dell’Ires per le imprese. A causa del labile equilibrio tra la salvaguardia dei conti pubblici, il deficit strutturale, l’elevato debito pubblico e la difficile congiuntura macroeconomica internazionale, che vede una domanda aggregata asfittica ed un tasso di disoccupazione ragguardevole, le parole di Morando concernenti la spinosa questione dell’eventuale taglio dell’Irpef, ad oggi, non possono che rimanere nel campo delle ipotesi: “Adesso è presto per dirlo. Ciò che è già deciso è che scatterà dal primo gennaio del 2017 una riduzione di quattro punti dell’aliquota Ires”.
Fisco, Italia ed Unione europea: alla ricerca di una strategia comune
Alla ricerca di quella strategia unica per il fisco, cui sottendono fatalmente anche le altre fondamentali coesioni federali da raggiungere, quella bancaria e quella politico-sociale, i tecnici di via XX settembre ed i responsabili economico-monetari delle istituzioni di Bruxelles, starebbero preparando un piano di revisione fiscale dei conti pubblici capace di dare più ossigeno e flessibilità di bilancio ai maggiori Paesi industrializzati del Vecchio Continente. Tra gli obiettivi principali un sostegno all’operazione di “Alleggerimento quantitativo” messa in atto dalla Banca centrale europea, tramite l’acquisto dei titoli di Stato, fino ad oggi rivelatasi insufficiente, e l’ampliamento della soglia d’esenzione fiscale inerente il calcolo del deficit comunitario. La partita è tutt’altro che conclusa.
Riccardo Piazza