Cessate il fuoco in Siria: nonostante le violazioni, la tregua sembra reggere
Cessate il fuoco in Siria: dopo cinque anni di sanguinosi conflitti, alla mezzanotte del 26 febbraio è entrato in vigore il cessate il fuoco, previsto per due settimane, in base all’accordo raggiunto da Stati Uniti e Russia. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, all’unanimità ha approvato una risoluzione per la piena approvazione della tregua, invitando tutte le parti coinvolte a rispettarla. L’Inviato Speciale del Segretario Generale dell’ONU per la Siria, Staffan de Mistura, sottolineando l’eccezionalità del momento ha affermato che se il cessate il fuoco perdurerà e gli aiuti umanitari potranno affluire nelle zone assediate, convocherà un nuovo round di negoziati per la pace il prossimo 7 marzo.
Cessate il fuoco Siria: nonostante le violazioni, la tregua sembra reggere
In base all’intesa sottoscritta da 97 gruppi della coalizione, che si oppone al regime di Bashar al-Assad, sono esclusi dalla tregua i territori controllati dal Daesh e dal Fronte al-Nusra, l’affiliato in Siria di al-Qaeda, che insieme controllano circa la metà del territorio siriano. Pertanto la lotta contro il Daesh non si arresterà come dichiarato sia da Obama che da Putin. Nonostante le diverse violazioni denunciate, il cessate il fuoco al momento sembra reggere. L’Osservatorio siriano per i Diritti Umani, infatti, riferisce di raid aerei che hanno colpito sei città nella provincia di Aleppo senza però precisare l’identità dei jet. Secondo alcune indiscrezioni potrebbe trattarsi di aerei russi.
Il Daesh ha provato a lanciare un’offensiva a nord di Raqqa nel tentativo, respinto, di conquistare Tal Abyad, cittadina sul confine con la Turchia, e ha rivendicato anche un attacco suicida nella provincia di Hama, dove un kamikaze si è fatto esplodere all’interno della propria auto ad un posto di blocco governativo all’entrata della città di Salamiyeh, uccidendo almeno due soldati. La televisione di Stato siriana, citando fonti dell’esercito, ha affermato che durante il primo giorno di tregua diversi colpi di mortaio sono stati lanciati da gruppi armati su una zona residenziale di Damasco.
Per questo motivo il Presidente Obama poche ore dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco ha affermato: “Non ci facciamo illusioni. Ci sono molti motivi per essere scettici. Nella migliore delle circostanze, la violenza non si fermerà subito”. “Molto dipende dal regime siriano e dalla Russia, se manterranno i propri impegni” perché “l’unico modo per sconfiggere il Daesh è mettere fine alla guerra civile e al caos in Siria, sotto il quale il Daesh prospera” aggiungendo inoltre che deve essere consentito agli aiuti umanitari di raggiungere le aree sotto assedio.
La Siria ormai è al collasso, secondo quanto dichiarato dal Ministero degli Affari Esteri della Russia “il numero complessivo di rifugiati siriani in tutto il mondo è stimato in 4,6 milioni di persone. Il numero di individui sfollati interni è notevolmente più elevato e pari a oltre 7,6 milioni di persone, vale a dire coloro che sono stati costretti a lasciare la loro casa e trasferirsi in zone più sicure in Siria”. Sulla tenuta della tregua più ottimista si è rivelato invece il Ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni il quale ha dichiarato che “la tregua può reggere nonostante le violazioni”.
L’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Federica Mogherini, ha sottolineato che si tratta di una “prima chance da non sprecare per mettere fine alle violenze sul terreno”. In generale, il livello delle violenze nel Paese è fortemente diminuito dopo la mezzanotte del 27, aprendo uno spiraglio di speranza per il riavvio dei negoziati tra governo e opposizioni indicato da de Mistura per il 7 marzo.
Yari Galli
(Mediterranean Affairs – Editorial board)