Articolo pubblicato da Daniele Errera il 29/02/2016
Primarie Pd Napoli: al via l’app anti brogli
Vi ricordate le fila di cinesi alle primarie del Partito Democratico? O lo scandalo di Salerno in cui le urne furono sostituite e ci si ritrovò con più voti che votanti? Tutto finito, terminato. Da Napoli arriva l’innovazione che salverà la faccia (e la regolarità) delle primarie.
Primarie Pd Napoli, l’app anti brogli
Ad ideare la soluzione è direttamente il segretario provinciale del Partito Democratico partenopeo (o chi per lui, forse un suo strettissimo collaboratore). Venanzio Carpentieri, numero uno del Pd napoletano, ha proposto che in ogni sezione elettorale napoletana (un centinaio, circa) vi sarà un tablet o uno smartphone su cui bisognerà registrare le proprie credenziali (cioè i dati personali) e verificare qualora si sia effettivamente iscritto alle liste degli aventi diritto al voto o qualora si sia già passati in un altro seggio elettorale per votare (una pratica non poco diffusa durante le primarie). Con questo sistema d’aggiornamento sostanzialmente simultaneo – in quanto telematico – si dovrebbero eliminare le possibilità di brogli. Che sia l’app che salverà le primarie?
A Napoli sarà una sfida d’eccezione, il prossimo 6 marzo: da una parte si (ri)presenterà l’ex sindaco più amato e popolare d’Italia (almeno secondo quanto egli stesso sostiene) ed ex Presidente della Giunta Regionale campana, Antonio Bassolino. Deus ex machina del centro sinistra partenopeo si era ritirato a ‘vita privata’ pochi anni fa. Poi le insistenze da parte di alcune realtà del Pd campano lo hanno convinto a ripresentarsi alle elezioni (primarie, stavolta). Contro Bassolino correranno Valeria Valente (bassolinania in tempi non sospetti, oggi rottamatrice), il leopoldino della prima ora Marco Sarracino e Antonio Marfella, oncologo della ‘Terra dei Fuochi’, un tema caldissimo nelle terre dell’hinterland napoletano.
Con una platea simile e col nuovo sistema d’app, Carpentieri è sicuro: “vogliamo lasciarci alle spalle brutte pagine o errori del passato e magari lanciare da Napoli un modello positivo”. Che sia la volta buona?
Daniele Errera