Elezioni Irlanda: ancora nessuna indicazione per il governo
Elezioni Irlanda: sono rimasti da conoscere i risultati elettorali di soltanto 4 circoscrizioni irlandesi, 10 i posti ancora in ballo (ore 16.30). D’altra parte, i giochi sembrano ormai fatti: Fine Gael primo partito con 47 seggi, appena 4 in più del suo principale rivale Fianna Fail. Il primo ministro uscente Enda Kelly, nel weekend ha ammesso la delusione per il fatto che il lavoro della coalizione Fine Gael/Labour, che ha guidato il paese negli ultimi 5 anni, non è riuscito a garantirgli il mantenimento della carica di “Taoiseach” (appellativo del Primo ministro dell’Irlanda). Il PIL irlandese è cresciuto del 7% nel 2015, la disoccupazione è all’8,9% (gennaio): dati che hanno impressionato molti, sicuramente non gli irlandesi colpiti dalle misure di austerity. Pare che per la formazione del nuovo governo ci sia da attendere fino a dopo pasqua. Charlie Flanagan, ministro degli Esteri, ha sottolineato come la politica irlandese versi attualmente in uno “state of flux” (periodo segnato da cambiamenti in rapida evoluzione, ndr). Un modo affascinante per dire che l’Irlanda ha tutte le possibilità di diventare l’ennesimo caso di “parlamento appeso” in Europa.
Elezioni Irlanda: ancora nessuna indicazione per il governo
Kenny continuerà comunque a custodire il premierato fino al 10 marzo quando si riunirà il nuovo Dail Eireann, la Camera Bassa del Parlamento irlandese cui spetta il compito di nominare il primo ministro (che dovrà poi essere incaricato dal Presidente della Repubblica). Al di là delle parole fortemente critiche rimbalzate sui media, Kenny potrebbe essere ancora una volta proposto come Taoiseach. A contendergli l’incarico Micheal Martin, leader di Fianna Feil, e Gerry Adams, presidente di Sinn Fein che si è affermato terzo partito, arrivando a conquistare 22 seggi. A questo buon risultato della sinistra nazionalista fa da contraltare la calata a picco dei laburisti che, al momento, guadagnano solo 6 seggi. Nel 2011 avevano raggiunto quota 37. Pesa, nel complesso, l’ottimo risultato di indipendenti e partiti minori che in totale conquistano 30 seggi.
In attesa della conferma finale, si stanno ri-contando le schede elettorali in 2 circoscrizioni di Dublino, oltre che in quelle di Wexford e Longford-Westmeath, aumentano di ora in ora le pressioni del mondo istituzionale sulle due prime forze politiche nell’ottica formazione del prossimo esecutivo. Resta il fatto che Fine Gael e Fianna Fail hanno escluso la possibilità di allearsi: tutto sommato hanno una politica socio-economica simile, tuttavia, restano “storicamente” molto lontani. Allo stesso modo, evidenziando come i risultati rappresentino un “riallineamento fondamentale della politica irlandese”, da Sinn Fein si esclude – ribadendo una posizione emersa in campagna elettorale – la partecipazione a un governo guidato dalle suddette forze politiche, poiché “questi partiti non possono garantire le riforme necessarie per quanto riguarda sanità e abitazioni”. Difficilmente, però, si vedrà l’insediamento a Dublino di un governo sul modello di quello greco e portoghese. Più probabile un esecutivo di “larghe intese” piuttosto che il “ritorno alle urne”.