In Puglia approvato il Reddito di Dignità, il commento del Presidente Michele Emiliano: “Siamo i primi in Italia”
Di cosa si tratta? Si chiama ReD ed è lo strumento con cui la Regione Puglia, dopo l’approvazione avvenuta ieri in Consiglio regionale con 30 voti a favore, si dota dell’insieme di misure per contrastare la povertà. Il ‘Reddito di Dignità’ in altre parole è la versione pugliese del reddito di cittadinanza. Il presidente della Regione Michele Emiliano è soddisfatto dell’approvazione da parte del consiglio che segue il voto favorevole della giunta lungo un percorso durato alcuni mesi.
In cosa consiste il Reddito di dignità
Si tratta di un contributo fino a un massimo di 600 al mese, cui avranno accesso circa 20 mila famiglie. Destinatari saranno tutti coloro che saranno residenti in Puglia da almeno dodici mesi (compresi comunitari o stranieri ) e che presentino un Isee familiare che non superi i 3 mila euro. L’impegno finanziario ammonta al momento a 70 milioni di euro di cui 5 milioni stanziati dal bilancio autonomo della Regione.La restante parte si divide tra Fondo sociale europeo e diversi fondi statali. “Red – si legge nella relazione – è una misura di integrazione del reddito in cui l’indennità economica è accompagnata da un patto di inclusione sociale attiva che il nucleo familiare beneficiario, attraverso un suo componente, stipula con i servizi sociali locali e che è tenuto a rispettare”.
Il patto è “differenziato a seconda delle caratteristiche individuali e finalizzato alla presa in carico complessiva del nucleo familiare. Il trasferimento economico è quantificato fino all’importo massimo di 600 euro mensili per una famiglia di 5 componenti, che varia a seconda della composizione familiare”.
La stoccata di Michele Emiliano ai 5 Stelle
Le opposizioni, dopo le critiche dei mesi scorsi, hanno votato contro il provvedimento. Significativo il commento di Emiliano sull’assenza dei consiglieri del M5S che hanno polemicamente abbandonato l’aula dopo che il presidente del consiglio regionale Mario Loizzo ha comunicato l’inammissibilità di alcuni loro emendamenti. “Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto. Mi avrebbe fatto piacere – ha commentato Michele Emiliano – ascoltare il parere del M5S e spiace vederli sugli spalti. Mi auguro che nella fase applicativa si possa riprendere un dialogo. Non c’è nulla di male quando tieni molto ad una cosa nel vedere che altri la realizzano. Specie, come in questo caso, se la maggioranza dimostra umiltà, curiosità infinita e voglia di ascoltare tutti. In politica non può esistere la logica di appropriarsi di una idea. Ci sono delle volte in cui ci si limita a fare la critica dagli spalti, ed oggi ne abbiamo la rappresentazione icastica. E delle volte in cui si rischia di commettere degli errori prendendo delle decisioni. Noi siamo esseri umani, tendiamo all’imperfezione e l’unico modo per limitare gli errori è riflettere collettivamente, come avvenuto con il ReD. Avevo detto che il consiglio avrebbe avuto centralità e così è stato. Io sono restato nel mio ruolo di garante e questo è il mio primo intervento nel percorso legislativo”.
La posizione del M5S
Ecco la nota del MoVimento 5 Stelle che motiva la posizione sul Reddito di Dignità: “Ci saremmo aspettati da questa maggioranza e dal governo lo stesso senso di responsabilità che abbiamo dimostrato noi e di cui tutti sono testimoni, lavorando a questo provvedimento con spirito propositivo e costruttivo; purtroppo così non è stato e si è preferito mettere il bene dei pugliesi in secondo piano rispetto a mere strategie di partito. A questo punto inseriremo le nostre idee in una vera proposta di legge di Reddito di cittadinanza che presenteremo a breve. Se la maggioranza PD ed il Governo sono davvero intenzionati ad aiutare chi è più in difficoltà devono comprendere che non si fa una misura che “dà ai poveri togliendo ai poveri”. Ed è in questa ottica che, tra i tanti emendamenti migliorativi presentati per spirito di responsabilità ad una misura che nulla ha a che fare con il Reddito di cittadinanza del M5S, abbiamo presentato anche una proposta di incremento del fondo a favore delle fasce deboli attraverso il taglio dei privilegi ai politici, cioè con riduzione delle nostre indennità e l’abolizione dei vitalizi per gli ex-consiglieri che oggi costano ai pugliesi decine di milioni di euro, proposta contenuta anche nella proposta di legge che presenteremo a breve. Una proposta che si sarebbe potuta approvare o bocciare come purtroppo spesso accade, e invece di fronte a questa proposta ci è stata comunicata, manco a dirlo, una immotivata “assoluta inammissibilità” e quando ci siamo permessi di chiedere invano chiarimenti in merito, abbiamo ricevuto l’inaccettabile risposta del presidente del consiglio regionale Loizzo (PD) che ci ha zittiti, rifiutandosi di fornire qualsiasi spiegazione dimostrando l’ennesima completa mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio regionale. Di fronte a questo ennesimo atto di prepotenza istituzionale abbiamo deciso pertanto di abbandonare l’aula non condividendo la gestione autarchica né del Governo regionale né della presidenza del Consiglio regionale che sia su questo provvedimento, come sul piano di riordino ospedaliero, non ha dimostrato alcuno spirito di condivisione né rispetto per le nostre proposte”.