Sì della Camera al divorzio breve. Il via libera al disegno di legge, che riduce i tempi necessari per destituire legalmente il vincolo matrimoniale tra due coniugi, è arrivato, a larga maggioranza, dall’aula di Palazzo Montecitorio: 380 i voti favorevoli, 30 i contrari e 14 gli astenuti. Una riforma trasversale ai diversi schieramenti politici, con relatori l’azzurro Luca D’alessandro e la democratica Alessandra Moretti, approvata oltre che da Forza Italia e Partito Democratico anche da Scelta Civica, Sel, Movimento Cinque Stelle e Fratelli D’Italia. Al termine del voto, l’approvazione è stata salutata da un applauso dell’assemblea.
Il testo, che ora passa al Senato per il voto definitivo, riduce da 3 anni a 12 mesi la durata della separazione giudiziale. Sei i mesi necessari, invece, per la separazione consensuale, anche in presenza di figli. Se la separazione è giudiziale, il termine decorre dalla notifica del ricorso. Il divorzio breve avrà efficacia anche per i procedimenti già in corso. Il testo introduce anche una nuova disciplina della comunione dei beni: tale istituto si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale.
Esulta il presidente dell’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti, Gian Ettore Gassani: “Ormai il divorzio breve è virtualmente una realtà: manca solo il sigillo del Senato ma i giochi sono fatti, l’Italia volta pagina”. “Il dato che fa riflettere – ha sottolineato Gassani – è l’assoluta trasversalità del voto della Camera che ha approvato la proposta di legge” che tuttavia non dimentica come in materia di diritto di famiglia ci sia “ancora molto da fare”. Gassani ricorda che “occorrerà rendere facoltativa (e non obbligatoria) la separazione e urge una regolamentazione delle coppie di fatto etero ed omosessuali, perché l’Italia resta l’unico Paese tra i grandi d’Europa a mantenere un diritto di famiglia assolutamente conservatore, molte volte in dispregio dei diritti fondamentali dell’uomo”.
Se gli avvocati esultano, in Parlamento c’è chi rivendica la legittimità del voto contrario. I popolari per l’Italia – Udc, in una nota, si sono detti “orgogliosi di essere l’unico gruppo a votare contro” mentre l’ex sottosegretario Ncd alla famiglia, Eugenia Roccella, ha bollato la legge come “ideologica” e a favore di “una famiglia liquida” che “non è la famiglia prevista e tutelata dalla nostra costituzione e dal nostro ordinamento”.
Carmela Adinolfi