Tasse: taglio cuneo dei contributi e più soldi in busta paga

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“Prima di aprire il derby su quali tasse abbassare voglio sottolineare che in questi anni le tasse sono andate giù mentre di solito aumentavano. Sicuramente continueranno ad andare giù ma è ancor prematuro dire quale intervento”. Così, il presidente del Consiglio Matteo Renzi interviene sul taglio delle tasse, tema ritornato all’onore delle cronache dopo le parole del viceministro dell’Economia, Enrico Morando, che non escludeva un possibile taglio anticipato dell’Irpef già nel 2017, insieme a quello previsto per l’Ires. Proprio in questi giorni, poi, a Palazzo Chigi si sta pensando a come ridurre ulteriormente la tassazione, abbassando anche i costi del lavoro.

Tagli al costo del lavoro e più soldi in busta paga

Il nuovo piano elaborato dall’esecutivo, infatti, è volto ad abbassare il cuneo fiscale per quel che concerne il costo del lavoro, favorendo aumenti in busta paga. L’ipotesi, già avanzata dal neo sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, prevede il taglio del cuneo fiscale di tre punti per i lavoratori dipendenti ed autonomi, che sale a sei nel caso di giovani neoassunti. Lo scopo è quello di ridimensionare la differenza tra il costo aziendale lordo e lo stipendio in busta paga, il che comporterebbe più soldi in busta paga.

 

Un’operazione, quella proposta da Nannicini, che, come riporta Repubblica, sarebbe a costo zero per lo Stato, in quanto i contributi in meno non verranno compensati all’Inps. Il che vuol dire che a buste paga più laute non corrisponderanno pensioni altrettanto larghe. Nella misura, però, potrebbe essere aggiunta anche una nuova opzione: ossia, la possibilità per il lavoratore di versare alla previdenza integrativa questi tre punti in meno di contributi.

Una nuova misura, dunque,  che andrebbe a riguardare anche il mercato del lavoro, dopo le due nuove novità, annunciate nell’ambito del progetto Garanzia Giovani. Oltre al 40% di sgravi sui contributi previdenziali, alle imprese che, a termine del tirocinio con il programma, avessero assunto il giovane a tempo indeterminato avrebbero ottenuto un bonus variabile dai 3.000 ai 12.000 euro (a seconda del grado di “occupabilità” del giovane, che viene misurato durante l’orientamento presso il Centro per l’Impiego in funzione del titolo di studio e di competenze specifiche). Il tutto riguarda i tirocini avviati dal 31 gennaio 2016.

Inoltre, sempre agli iscritti al programma, Invitalia ha messo a disposizione, dal 1° marzo, finanziamenti agevolati e senza interessi e non assistiti da nessuna forma di garanzia reale o firma per l’autoimprenditorialità e l’autoimpiego.

Tasse, c’è chi grida alla “fregatura”

Dalle colonne di Libero, Maurizio Belpietro attacca, invece, l’esecutivo e la proposta di Tommaso Nannicini. Il giornalista, in particolar modo, focalizza la sua attenzione su due aspetti. Il primo riguarda la mancata compensazione all’Inps dei contributi: “Sull’ente previdenziale”, scrive Belpietro, “a questo punto si scaricherebbe il costo dei mancati versamenti con due conseguenze. La prima è facilmente immaginabile: entrando meno contributi, il bilancio dell’istituto si aggraverebbe”. Se già ora, sostiene il direttore di Libero, le entrate non riescono a coprire i costi, “in futuro potrebbero piangere ancora di più e far versare lacrime ai pensionati”.

Quindi, l’altra questione riguarda chi usufruirà dei soldi in busta paga, togliendoli di fatto alla pensione. “Con le riforme attuate a più riprese negli anni scorsi l’ assegno Inps sarà già smilzo”, scrive Belpietro, che ha aggiunto “ma la cancellazione di sei punti di contributi potrebbe renderlo un grissino”. Per Libero, dunque, la proposta del governo è una “fregatura”, con Renzi che si presenterebbe alle elezioni del 2018 “con il vento dei soldi in busta paga”, e con “i lavoratori si renderebbero conto solo una volta in pensione”.