Economia Italia, se non fosse per la FIAT… Il commercio di auto è il settore in maggiore aumento
Abbiamo già visto come sia il settore dei servizi quello che trascina l’occupazione. E’ un trend mondiale determinato dalla tecnologia e dalla globalizzazione.
Il settore dei servizi però è enorme e variegato. Si va dall’assistenza sanitaria al piccolo e grande commercio, alla ristorazione e il turismo, alla consulenza.
Economia Italia, i servizi trainano la ripresa
Dalla primavera 2014 il fatturato dei servizi ha cominciato a riprendersi, seppur lentamente, e seppur non riuscendo a tornare ancora ai livelli del 2010, che erano già il risultato della crisi del 2009
Per questo è fondamentale distinguere in base ai macrosettori. +2% è la media dell’aumento de fatturato dei servizi, un aumento, ma all’interno le cose sono molto diverse.
E’ il commercio all’ingrosso e la riparazione di autoveicoli e motocicli il settore che più è cresciuto sia nell’ultimo trimestre che nel corso di tutto il 2015 rispetto al periodo precedente, +3,2% nell’autunno inverno dello scorso anno.
Non male anche i settori di alloggio e ristorazione, sopra la media. In flessione invece le attività professionali e tecniche
Economia Italia, +17% il commercio di auto alla fine del 2015
Anche ognuno di quei macrosettori tuttavia è molto vasto, e se separiamo il commercio all’ingrosso classico da quello in particolare di auto e moto vediamo dei dati molto interessanti: se i beni di consumo finale, le apparecchiature ICT, i prodotti alimentari hanno aumenti sopra la media, sì, ma dell’ordine del 3-4%, passando agli autoveicoli si arriva in doppia cifra. +17,1% il commercio di autoveicoli nell’ultimo trimestre 2015. +6,4% anche il commercio di parti ed accessori di auto, e poco sotto per quello di moto.
Facendo un breve excursus degli altri sotto settori, buona crescita, del 10%, dei servizi postali, probabilmente trascinati da un aumento dell’utilizzo del commercio online sotto Natale, quando sempre più persone fanno acquisti tramite Amazon, coinvolgendo quindi mille trasportatori piccoli e grandi, ma è crisi per i trasporti marittimi e aerei, a quanto pare.
Bene il settore alberghiero, e quello dei servizi IT, meno la ristorazione e le telecomunicazioni
Grande variabilità nel settore delle attività professionali, del resto molto diverse l’una dall’altra, e così se calano, e non poco, i fatturati del settore delle attività legali e degli studi di architettura, vanno bene la pubblicità e la consulenza gestionale, ma soprattutto l’attività di ricerca di risorse umane.
Che sia un effetto del Jobs Act che sta rendendo il settore della ricerca di personale più dinamico sia dal lato dell’entrata di lavoratori, che da quello dell’uscita, che poi alimenta naturalmente l’entrata?
E allora come principale driver si questi progressi del commercio rimane il settore auto, a sua volta trainato sorprendentemente dalla ripresa della FIAT, o FCA, come ora si è rinominata. Che rimane la marca favorita dagli italiani, e che nel momento in cui mette a segno maggiori vendite, certamente beneficia in modo più che proporzionale i rivenditori del nostro Paese
Il progresso delle compravendite di auto dura da un po’, in tutta Europa, ma soprattutto nei Paesi che più hanno subito la crisi, come l’Italia, anche se pure nei prossimi anni non è previsto vengano raggiunti di nuovo, e neanche avvicinati, i picchi di vendite del 2007.
La FIAT tuttavia tra le case automobilistiche riesce a essere tra quelle con variazioni di crescita più elevate, con, di conseguenza, aumenti delle quote di mercato, che nel dicembre 2015 hanno toccato il massimo degli ultimi 4 anni, almeno nel nostro Paese. Non sono inclusi qui Lancia e Alfa Romeo.
Il 2016 è cominciato con quote già maggiori di quelle del 2015, oltre che del 2011 e del 2012, e c’è la possibilità che quest’anno la FIAT batta le performances di tutti gli anni precedenti.
D’altronde a febbraio c’è stato un balzo del 27% dell auto vendute, una crescita con pochi precedenti, che però è stata superata da quella di FIAT, che che ha immatricolato 50 mila vetture, con un aumento del 32%, e ha toccato la quota di mercato del 29%, in questo caso con Alfa Romeo e Lancia
Sembra incredibile, ma ancora come negli anni ’60 dobbiamo ringraziare la FIAT per le fortune o le minori sfortune dell’Italia.
Il punto è che tuttavia a differenza degli anni del miracolo economico, quando era tutto il sistema che macinava poderosi aumenti di produttività, di consumi, di fatturati. Ora dobbiamo sperare nel singolo talento di un’azienda, che tra l’altro come molte delle nostre poche multinazionali sta spostando il baricentro sempre più al di fuori del Paese.