Conflitto israelo-palestinese: passa il tempo ma ben pochi americani cambiano idea. Da 15 anni fortissimo il sostegno nei confronti di Israele, attualmente si attesta al 62%. Invece, solo il 15% degli statunitensi dichiara di provare più simpatia per i palestinesi, secondo una recente ricerca di Gallup. Mentre un intervistato su 4 si dichiara “neutrale” per quanto riguarda l’atavica questione, il 9% afferma di non simpatizzare con nessuna delle due parti. Solo l’11% del campione non ha nessuna opinione in merito, il 3% sostiene sia Israele che i palestinesi.
Conflitto israelo-palestinese: gli americani per lo stato dei palestinesi
Negli ultimi 15 anni il sostegno degli americani nei confronti di Israele si è mantenuto sempre oltre la soglia del 50%. Tra il 2005 e il 2006, però, la percentuale ha subito una rapida crescita, passando dal 52% al 59%: a influire in quel caso le elezioni vinte da Hamas, che figura nella lista delle organizzazioni terroristiche stilata dall’amministrazione di Washington. Da allora, la percentuale di americani pro-Tel Aviv non è mai scesa sotto il 58%.
Secondo le rilevazioni di Gallup, tendenzialmente, sono i repubblicani la parte politica che più sostiene lo Stato Ebraico (79%). Tuttavia, anche se ben il 23% del proprio elettorato dichiara di stare con palestinesi, anche il Partito Democratico è, per la maggior parte (53%), schierato con Israele. Come si nota dal grafico sottostante, a partire dal 2001, l’anno dell’attacco alle Torri Gemelle, la percentuale degli americani che simpatizzano più con Israele che con i palestinesi si è decisamente impennata.
D’altra parte, è interessante notare che la stabilità del consenso accordato a Israele, non impedisce agli americani di essere d’accordo con la concessione di uno stato ai palestinesi. Anche se la distanza tra favorevoli e contrari è andata assottigliandosi negli ultimi 13 anni, ancora oggi, il 44% degli statunitensi, riporta Gallup, sostiene la possibilità della costituzione di uno Stato Palestinese (Cisgiordania e Striscia di Gaza), mentre a tale opzione si oppone il 36% degli americani.