“Abbiamo scelto di non festeggiare perchè la straordinaria ampiezza del risultato non è solo per il Pd o per il suo leader. Va ben oltre le aspettative, è il voto degli italiani per l’Italia. Ha ragione Reichlin a parlare di partito della nazione e il consenso che ci impone a provare a cambiare l’Italia in modo forte e l’Ue”. Decide di non autocelebrarsi e mantenere un basso profilo Matteo Renzi nel suo intervento alla Direzione Pd che lo acclama con un lungo applauso, replicato poi in onore degli eletti all’europarlamento.
Il premier passa subito ad analizzare il voto che ha portato il Pd a sfondare quota 40. “Nel 40,8 per cento del Pd non c’è solo il voto della volontaria dei tortellini di Modena, se siamo arrivati al 40 per cento è perchè ci ha votato anche l’artigiano del Nord Est che magari non ha la stessa storia della volontaria di Modena ma condivide le aspettative sul nostro Paese interpretate dal Pd”. E il risultato raggiunto, continua Renzi, deve diventare un obiettivo definitivo: “il 40% è un accidente della storia, un colpo di fortuna o un obiettivo stabile? Dobbiamo definire se questo obiettivo vogliamo considerarlo come casa nostra, se vogliamo metterci la residenza o limitarci a vivere l’istante”. Dice di trovare “allucinanti” le polemiche per la foto di gruppo: “Non c’è nessun salto sul carro ma un partito che è convinto di poter discutere al proprio interno con serenità”.
Bacchettate Renzi le riserva pure all’Europa. “Le misure attuate dalla Ue in un momento di crisi che risale a teorie degli anni 80 non danno una risposta sufficiente alle attese dei cittadini” spiega il premier che ha già pronta la ricetta per far ripartire il Vecchio Continente. “Porteremo le istanze di cambiamento dell’Europa in tutte le sedi. L’azione nel semestre e quotidiana dei prossimi anni, deve essere incentrata con grande determinazione a dare all’Europa un respiro più ampio delle piccole e grandi questioni che l’hanno attraversata in questi anni. Non è possibile ci sia un’Europa che si occupa di tutto e lascia l’immigrazione a noi. Lo abbiamo detto in campagna elettorale ma non sono più slogan, sono impegni. Il nostro compito è aprire una discussione sulla politica economica, ieri Padoan ha preannunciato una serie di considerazioni. Una riflessione è opportuna, l’Italia in Europa deve tracciare la strada non seguirla, dobbiamo essere leader e non follower”. Altrimenti, chiosa il premier-segretario “l’alternativa al cambiamento dell’Europa è l’Europa che non si salva”.
Dopo aver parlato d’Europa Renzi si rituffa nella politica interna e promette riforme in tempi brevi. “La riforma del Senato va ripresa rapidamente e subito dopo, entro l’estate, bisogna chiudere il capitolo legge elettorale. Non bisogna fare la legge elettorale per andare a votare, a parte che ad altri è passata la voglia di andare a votare, noi ci occupiamo dei problemi dell’Italia e non abbiamo ansia da prestazione”. Cruciali saranno anche le vicende di Alitalia per cui una soluzione è “questione di ore” e Ilva per la quale “c’è bisogno di un cambio di passo nel giro di qualche giorno”.
Infine una battuta su Grillo e il suo incontro con il leader di Ukip Nigel Farange. “In streaming si fanno i dibattiti, a trovare i leader populisti inglesi si va di nascosto” conclude Renzi.