Staff comunicazione M5S: “ecco perché abbiamo perso”
Il Movimento a 5 Stelle, dopo una batosta elettorale non da poco ma che neanche ne affonda le prospettive, comincia a fare autocritica e, in un documento a firma dello Staff Comunicazione, elabora i motivi che hanno portato a uno storico “doppiaggio” targato Renzi, vero vincitore di questa tornata elettorale, e Pd. “Abbiamo trasmesso energia sì, ma ansiosa e fatta percepire dai media e dagli altri competitor come distruttiva“ si trova scritto nel dossier, che punta a comprendere dove si è sbagliato e come si può rimediare alla sconfitta.
Al centro della riflessione sicuramente l’hashtag #vinciamonoi occupa un posto importante: “è stata una scelta paradossale che ha prodotto un effetto perverso”, infatti, gli altri partiti hanno vissuto un clima da “chiamata alle armi” e hanno dato tutto mentre alcuni elettori del Movimento, avvertendo come sicura la vittoria, potrebbero aver disertato le urne; non da sottovalutare neanche l’immagine data dai parlamentari pentastellati: “ciò che i parlamentari hanno percepito è stato l’atteggiamento di sfiducia nei loro confronti. Seppur elogiati per il loro impegno, i parlamentari M5s non sono ancora percepiti come affidabili. Mancano di umiltà e a volte sono percepiti come saccenti”.
Forse l’elemento politico che ha più influenzato il risultato però è stato il “non lavoro sulle preferenze”: mentre tutti gli altri candidati, con metodiche da “vecchia politica” ma di indubbia efficacia, si sono andati a prendere i voti “porta a porta”, “i nostri candidati erano sconosciuti e non averli esposti mediaticamente ha creato incertezza se non addirittura sospetto” scrive lo Staff.
Renzi ha saputo lavorare sulla sua immagine di “uomo forte” (ciclicamente gradito all’elettorato) ha lavorato per disallinearla da quella del suo partito (che mai ha toccato le emozioni della maggioranza degli italiani) in modo da essere percepito come lontano dagli scandali, vedi l’Expo, che hanno travolto il Pd, insomma gli italiani hanno detto con questo voto “il Pd fa schifo, ma Renzi è un’altra cosa e sta pure cercando di cambiarlo il Pd”, in poche parole “Renzi ha trasmesso serenità costruttiva”.
L’analisi fin qui condotta appare abbastanza scontata nel momento in cui dice che alla “protesta” bisogna affiancare la “proposta” ma, d’altronde, non mancano i margini di miglioramento: primo obiettivo sarà “organizzare stati generali tematici, entrare nelle università, nei luoghi di lavoro e lasciar perdere le agorà”, i parlamentari dovranno tornare a confrontarsi con temi pratici e concreti e “rafforzare quantitativamente e qualitativamente l’attività legislativa” con l’assunzione di “consulenti preparati” per rafforzare gli uffici.
A cambiare, suggerisce sempre lo staff, sarà la comunicazione stessa del Movimento: se punta al 51% allora bisogna adeguare il messaggio facendo ricorso a strumenti appropriati (tv in prima istanza) e declinare il messaggio, inoltre, dovrà essere migliorato lo scambio di informazioni tra i diversi compartimenti: “abbiamo dato un numero eccessivo di input, soffrendo la mancanza di coordinamento fra i vari produttori di notizie, ovvero la comunicazione della Camera, quella del Senato, il blog e Beppe Grillo”. A conti fatti da “movimento” i cinque stelle si preparano a diventare un “partito”: non si sa ancora in quanto tempo succederà e se il processo sarà indolore, ma questo è il dato che emerge da queste europee.
Guglielmo Sano