Pil italiano: nel 2015, il Prodotto Interno Lordo del paese è aumentato del solo 0,6%, da considerare 3 giorni lavorativi in più rispetto al 2014, si rende noto dall’Istat. Il primo di marzo è stato diffuso un dato diverso: la crescita accreditata per l’anno scorso era stata calcolata allo 0,8%. Dopo 4 giorni di polemiche tra economisti andate in scena su Twitter, l’Istat ha ammesso di dover correggere i dati sul Pil in base agli effetti del calendario. La percentuale dello 0,8% è la stessa rivendicata anche dal Premier Matteo Renzi già lo scorso dicembre (nell’aggiornamento del Def, il governo aveva previsto un +0,9%).
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— Istat (@istat_it) 1 marzo 2016
Pil italiano: l’Istat ammette, cresciuto solo dello 0,6%
La percentuale apparsa oggi sui conti trimestrali, conferma il “progressivo indebolimento” della crescita congiunturale: nel primo trimestre dello scorso anno il prodotto è cresciuto dello 0,4%, nel secondo dello 0,3%, nel terzo dello 0,2%, nel quarto solo dello 0,1%.
Secondo l’analista Mario Seminerio, raggiunto da ilfattoquotidiano.it, “è stato fatto il gioco delle tre carte” facendo leva sulle tre giornate lavorative in più, considerando inoltre che per poter comunicare la percentuale dello 0,8 basta arrivare allo 0,751, dato che “l’arrotondamento viene fatto dalla terza cifra decimale”. Sempre Seminerio tiene a sottolineare la composizione del prodotto interno: “per lo 0,5% si tratta di un aumento delle scorte. Ed è verosimile che sia legato soprattutto alla ripresa delle attività di Fiat in Italia. Ci sono analisti che stimano che la sola casa automobilistica abbia generato fino allo 0,3% della crescita. Ma ora c’è un evidente rallentamento dell’economia globale, che si tradurrà in un calo dell’export. Con inevitabili conseguenze sulla Penisola”.
Significa che gli investimenti restano stagnanti, così come le vendite e la produzione industriale aggiunge Francesco Daveri: “i consumi non ripartono perché le tasse sono scese troppo poco e le famiglie non percepiscono un aumento consistente del reddito disponibile. In questo quadro, raggiungere nel 2016 il +1,6% previsto dall’esecutivo mi sembra davvero difficile”.