Comunarie M5S, gli epurati preparano una class action per il reintegro
Articolo pubblicato da Daniele Errera il 04/03/2016
Comunarie M5S, gli epurati preparano una class action per il reintegro
Siamo alle solite questioni, quelle d’assenza di democrazia dentro il Movimento 5 Stelle. Epurazioni troppo facili, la critica costante. Stavolta, tuttavia, gli ‘epurati’ del M5S si sarebbero coalizzando per rientrare nel circuito pentastellato.
“Con una semplice email gli espulsi vengono disiscritti da un blog, un blog che è gestito da un’azienda, la Casaleggio associati. La verità è che nel Movimento tutto è opaco, a partire dalle regole”, le parole di certi espulsi dalle comunarie M5S. Che non ci stanno. Vogliono rientrare dalla porta principale. Roma e Napoli sono i principali teatri.
Comunarie M5S, la situazione a Roma
Prendiamo la capitale. Gli ‘epurati’ del M5S sono circa trenta: non candidabili alle primarie, di conseguenza espulsi. Di questi una decina vorrebbero essere riammessi al fine di competere per cariche elettive (le cosiddette ‘comunarie’), viste le imminenti elezioni capitoline. Una vera e propria class action. Per il reintegro non possono che affidarsi alla via giudiziale, ben sette avvocati in questo caso. Direzione tribunale, obiettivo la reintegrazione. Per certi, poi, si pensa anche ad un risarcimento: tra questi vi è anche Antonio Caracciolo, noto professore de La Sapienza agli onori della cronaca per via delle tesi negazioniste. Del suo caso parla il penalista Paolo Palleschi, espulso per alcune dichiarazioni ritenute filo-leghiste: “nel caso Caracciolo c’era già una sentenza passata in giudicato che lo assolveva da quell’accusa. Ripeto, assolto. E per lui il danno di immagine conseguente a questa vicenda è stato grandissimo”. Sulla scorta dello stesso tema, “ci hanno contattato da tutta Italia, da Nord a Sud. Non so se questa nostra azione si tradurrà in tante iniziative parallele o in un’unica azione”.
Comunarie M5S, la situazione a Milano
Si prenda poi Napoli ad esempio: 36 ‘epurati’. Parla sempre Palleschi, del tema M5S: “i provvedimenti di esclusione dalla lista sono palesemente illegali. Nel mio caso, ad esempio, sono state adottate delle ragioni diametralmente opposte a quelle che hanno portato all’esclusione di un altro attivista. Senza contare che con l’avvio della procedura di espulsione c’è stato dato un termine entro il quale dovevamo far giungere allo staff le nostro controdeduzioni. Ebbene, i cartellini rossi sono arrivate prima di quel termine, neanche nel gruppo delle giovani marmotte ti aspetti errori così grossolani. La mail che annunciava la nostra espulsione è firmata da Beppe Grillo, senza nemmeno quella che, in gergo legale, chiamiamo ‘spendita del nome’. Si tratta di una semplice mail, nemmeno una Pec. Con quella mail, di fatto, gli espulsi vengono disiscritti da un blog, un blog che è gestito da un’azienda, la Casaleggio associati. La verità è che il Movimento regge un po’ su una palude, dove tutto è opaco, a partire dalle regole”.
Insomma, nuove grane in casa M5S. La sua poca trasparenza per quanto riguarda gli allontanamenti ha costituito nuove basi per la critica da altre parti politiche. Parti politiche che, comunque, non sono desuete ad allontanamenti ed espulsioni.
Daniele Errera