Accordi Minsk: niente di nuovo sul fronte occidentale
Accordi Minsk: giovedì 3 marzo, a Parigi, i ministri degli esteri di Ucraina, Russia, Germania e Francia, hanno concordato d’indire entro la fine del mese di luglio le cruciali elezioni nel Donbas, regione orientale dell’Ucraina. Il ministro degli esteri francese Jean-Marc Ayrault, ha ritenuto la riunione un “passo avanti”, al contrario invece dei suoi omologhi tedesco, ucraino e russo che l’hanno dipinta come un quadro cupo e triste. “Abbiamo evidenziato l’importanza di adottare una legge elettorale per tenere le elezioni locali entro la prima metà del 2016 – ha asserito Ayrault al termine della riunione.
Accordi di Minsk: niente di nuovo sul fronte occidentale
Per Pavlo Klimkin, ministro degli esteri ucraino, invece, i negoziati sono in gran parte un insuccesso. “No, non ho questa impressione – ha espresso Klimkin quando gli è stato chiesto se ci fosse stata una svolta – Dobbiamo essere in grado di garantire che queste elezioni vengano organizzate in modo sicuro e fintantoché sul nostro territorio ci sono militari stranieri come potremmo indirle? Con quale sicurezza dei cittadini? Ma lo sappiamo che nel Donbas ci sono nascoste più armi di quelle che hanno assieme Germania e Francia?”.
Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, che ha lasciato la sala ancora prima della fine della riunione, non ha fatto nessun commento, anche se più tardi all’agenzia russa Tass, ha reso noto che le posizioni erano lontane, principalmente per i punti riguardanti l’amnistia e la decentralizzazione del potere di Kiev.
Nel frattempo, il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, ha accusato Russia e Ucraina di mancanza di sincerità nelle trattative. “Non sono soddisfatto del modo in cui Kiev e Mosca stanno affrontando i negoziati – ha sottolineato il ministro tedesco – Ho paura che la situazione in Ucraina orientale non venga presa abbastanza sul serio e che possa degenerare in qualsiasi momento”. Mentre le potenze occidentali vedono le elezioni come un’opportunità di pace, Kiev vede nei sondaggi un’intenzionale condotta ostruzionista di Mosca.
Germania e Francia, i due mediatori dell’accordo stilato nel febbraio 2015, speravano che dopo mesi di misurata pressione sulla Russia e sull’Ucraina si potesse raggiungere un accordo, ma dopo quattro ore di trattative è stato chiarito come, seppur la violenza sia stata notevolmente ridotta, le sfaccettature politiche, sociali ed economiche del contratto restino in gran parte irrisolte. “C’incontriamo in una fase critica dell’attuazione degli accordi – ha detto Steinmeier – lo dirò più chiaramente … dobbiamo davvero prima far consolidare il cessate il fuoco e in secondo luogo riavviare il processo politico”.
Il mese scorso, Steinmeier e Ayrault hanno visitato l’Ucraina e hanno invitato il governo ad attuare le necessarie misure per poter tenere le elezioni locali nella parte orientale del paese, ora dilaniata dalla guerra. Nonostante questa richiesta, Kiev insiste che una completa cessazione delle ostilità sia il prerequisito per permettere le votazioni. I funzionari europei convergono sull’obiettivo primario di mantenere in vita Minsk. Essi temono che un’interruzione dei colloqui, porti ad un inasprimento della violenza e all’avvio di un attacco militare dei separatisti filo-russi contro punti strategici destinati a creare un corridoio di terra tra la Russia e l’allegata Crimea.