Elezioni amministrative: A Roma e a Torino si è ancora lontani dalla scelta di un candidato sindaco
Sembra che la piccola crepa, visibile sino a ieri solo Torino, che ad oggi rimane ancora senza alcun candidato per le prossime comunali, nascondesse dietro di sé un esteso cedimento strutturale, cedimento che, dal capoluogo sabaudo, si estende fino alla Capitale.
È proprio a Roma infatti che il centrodestra manifesta i peggiori malesseri: dal leader de “La Destra”, Francesco Storace, che né condivide la visione di “Fratelli d’Italia” e né approva le mosse di Giorgia Meloni, la quale invece, a seguito di un accordo di sistema, ha accettato la nomina di Guido Bertolaso imposta da Berlusconi, recriminando, a quanto sembra, un proprio candidato per Torino, fino a Matteo Salvini, che per Roma è di tutt’altro avviso e preferirebbe Alfio Marchini a Bertolaso.
Il leader del Carroccio però, dopo aver criticato apertamente le posizioni dell’ex capo della Protezione Civile, si è affidato alla volontà popolare, ed ora attende l’esito delle consultazioni del 19 e 20 marzo prossimi, le quali daranno la possibilità ai romani di scegliere con un “sì” o con un “no” il nome di Guido Bertolaso come candidato sindaco per la coalizione del centrodestra.
Elezioni amministrative: Salvini rimette in campo il notaio di Torino
Mentre Berlusconi accompagnato da una biondissima Francesca Pascale, dando così fine alle polemiche che lo volevano con una nuova fiamma ventunenne, Virignia, si presenta all’Hotel Ergife a Roma, con in tasca il nome del candidato unico per il centrodestra, Guido Bertolaso, Matteo Salvini incontra in gran segreto il notaio Morano, possibile candidato sindaco per la città di Torino, già respinto da Berlusconi in favore dell’ex deputato Osvaldo Napoli.
Dall’incontro con il notaio emerge la volontà di Salvini di chiudere la partita torinese così come si è chiusa quella milanese con Parisi: con un candidato rinomato e rispettabile proveniente dalla società civile.
Come appare ovvio però, per decidere le sorti di Torino, occorre prima bilanciare l’equazione romana, che attende i responsi della consultazione pubblica su Bertolaso.
Elezioni amministrative: Forza Italia in caduta libera
Unitamente alle vicende amministrative, nonostante si tenti di nasconderlo, le vicende politiche e private del leader di Forza Italia non lasciano ben sperare: i sondaggi nelle mani dell’ex Ministro Rotondi segnalano Forza Italia in caduta libera.
Dopo l’addio dei fratelli Zappacosta a causa, pare, della vita sregolata dell’ex Premier, si susseguono i campanelli d’allarme in un partito che ormai non esiste più, se non sulla carta.
Ciò che rimane oggi della compagine forzaitaliota sono gli eletti sul territorio, dalle regioni ai comuni, sino a quei (pochi) deputati e senatori pronti a cambiar casacca pur di conservare il proprio scranno parlamentare.
Il centrodestra rimarrà in piedi grazie alla Lega Nord ed all’impegno dei cattolici?
Con Forza Italia ridotta ai minimi storici e tre campagne elettorali ancora da avviare, di cui due ancora senza candidato, il centrodestra italiano non può che affidarsi alle percentuali leghiste, che perlomeno ancora gli consentono di esistere e di dibattere su alcune tematiche proprie della “destra”; ed ai cattolici, che dopo l’approvazione delle unioni civili, sembrano giocare un ruolo fondamentale.
Di questo ultimo assunto è convinto Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, che il prossimo weekend chiamerà a raccolta a Roma, anch’egli all’Hotel Ergife, tutti gli amministratori ed i politici del movimento, in un evento dal titolo emblematico “Ricostruire la rappresentanza a partire dagli enti locali”.
In egual misura pare essere deciso a riprendersi il “posto che gli spetta”, forse sbagliando i tempi, Mario Adinolfi che, tra i clamori del mondo politico, avanza la propria candidatura a sindaco di Roma, attraverso il movimento nato dallo scorso “Family Day” dal nome “il popolo della famiglia”.
Repetita iuvant: Berlusconi è davvero finito?
Ancora una volta, dopo anni in cui ci si continua a ripetere fatidicamente la stessa domanda, come una fenice dalle ceneri, Lui risorge: Berlusconi è davvero finito?
Questo il quesito che sembra porsi oggi il centrodestra, interrogativo che, in caso di risposta affermativa, potrebbe forse davvero far ritrovare al Belpaese quel bipolarismo “europeo” che continuamente viene rigettato.
Diego Mele