Risultati Elezioni Slovacchia: socialdemocratici sempre primi, ma senza la maggioranza
Sabato 5 marzo 2016 gli elettori slovacchi sono stati chiamati a rinnovare i 150 deputati del Consiglio Nazionale, unica camera del parlamento. È stata registrata un’affluenza pari al 59,82%, in aumento di qualche decimo rispetto al dato delle elezioni di 4 anni fa.
Risultati Elezioni Slovacchia: vince il partito di Fico
Come accade ormai da 10 anni – e come previsto – il partito Direzione – Socialdemocrazia (Smer) guidato dal premier Robert Fico si è posizionato nuovamente primo, ma senza la maggioranza assoluta dei seggi. Tuttavia, diversamente dal previsto, il calo è stato più significativo; se i sondaggi gli attribuivano mediamente un terzo dei voti, i risultati si incagliano al 28,3%, con una previsione di 49 seggi. Supera il 30% solo nelle regioni settentrionali che confinano con la Polonia. Nel 2012 Fico aveva raggiunto la maggioranza assoluta parlamentare, con gli 83 scranni garantiti dal 44,4% dei voti e da una legge elettorale proporzionale che fissa al 5% la soglia per accedere al riparto dei deputati.
Il principale sfidante di allora, il Movimento Democratico Cristiano (CDH) di Ján Figeľ, già commissario europeo sotto Barroso, questa volta inaspettatamente non riesce neppure ad entrare in Parlamento. Al contempo la Rete (Sieť) fondata dal cristiano democratico Radoslav Procházka otterrebbe 10 di seggi, fermandosi al 5,6%, a discapito dei sondaggi che la stimavano quasi al doppio.
Questa volta si piazzano secondi i liberisti di Libertà e Solidarietà (SaS), su posizioni euroscettiche che hanno portato il leader Richard Sulík aderire al gruppo conservatore dell’europarlamento e a mostrarsi vicino alle posizioni tedesche più ostili a finanziare il debito pubblico della Grecia. Raddoppiando i consensi rispetto a quattro anni fa e sottovalutato dai sondaggi, oggi Sas ha il 12,1% e 21 seggi; è particolarmente forte nella regione di Bratislava, dove detiene la maggioranza relativa.
Sempre in ambito conservatore arriva nuovamente terzo, questa volta coalizzato con la formazione politica Nuova Maggioranza, il raggruppamento Gente Comune e Personalità Indipendenti (OĽaNO), nato da una scissione di Libertà e Solidarietà. In lieve aumento e meglio delle aspettative, OĽaNO ottiene l’11% che gli attribuiscono 19 seggi.
Invece rispecchia le attese l’8,6% del Partito Nazionale Slovacco (SNS), nazionalista euroscettico che rivendica un forte ruolo statale in economia; già “addomesticato” dal governo con Fico tra il 2006 e il 2010, quattro anni fa non era riuscito ad ottenere seggi nel Consiglio Nazionale, mentre questa volta ne guadagna 15, con risultati percentuali a due cifre nelle regioni settentrionali. Anche se il suo leader Andrej Danko ha sempre escluso di voler fare da stampella a Fico, le affinità in politica economica e sociale potrebbero anche stavolta avvicinarlo al premier uscente in vista di un’eventuale coalizione di governo.
Un vero exploit è rappresentato dal Partito Popolare Nostra Slovacchia (ĽSNS) dell’autoproclamatosi “duce” Marian Kotleba, governatore della Regione meridionale di Banská Bystrica che si ispira esplicitamente al presidente filonazista Jozef Tiso. Solo nella sua regione supera appena il 10%, ma complessivamente l’8% di questa tornata elettorale gli garantisce ben 14 seggi.
A seguire, troviamo il nuovo movimento politico SME RODINA (Noi siamo Famiglia) di Boris Kollár, che raggiunge il 6,6% proponendosi, in modo ancora abbastanza vago, di “difendere le famiglie slovacche dall’interno e dall’esterno”. Non si esclude che possa aiutare con i suoi 11 deputati il premier Robert Fico per realizzare una coalizione.
Altri 11 deputati, infine, vanno al 6,5% del Ponte (Most–Híd), espressione della minoranza ungherese che si riconosce nel centrodestra e nel Partito Popolare Europeo. Nonostante le roccaforti di Nitra e Trnava, il Partito della Coalizione Ungherese (SMK-MKP), altra formazione etnica, non riesce a superare lo sbarramento.
Tutte le altre liste, a causa dello sbarramento, restano fuori dal parlamento slovacco.
Risultati Elezioni Slovacchia, Robert Fico, l’Orbán socialista?
Il premier uscente Robert Fico, bollato talvolta come “populista e xenofobo”, effettivamente ha impostato la sua campagna elettorale sulla sicurezza, promettendo porte chiuse di fronte all’immigrazione musulmana; forse l’aver sottovalutato il disagio più prettamente economico potrebbe aver influito sul calo dei consensi. Ha uno stile definito “autoritario” soprattutto per i rapporti con i giornalisti, ma la sua Direzione – Socialdemocrazia (Smer) resta nel Partito Socialista Europeo, nonostante abbia ricevuto ammonimenti e persino una sospensione temporanea. In politica estera mantiene un rapporto distensivo nei confronti della Russia; ultimamente ha anche cercato di migliorare quelli con la vicina Ungheria, deterioratisi nel 2006 quando incluse nel suo governo il Partito Nazionale Slovacco. Molto dipenderà anche dalla composizione del prossimo gabinetto, che necessiterà di almeno altri due partiti: se deciderà di appoggiarsi nuovamente all’ex alleato nazionalista oppure se, al contrario, tentare con i magiari di Most un “ponte” verso l’Ungheria di Viktor Orbán. D’altronde, molti osservatori hanno rintracciato affinità tra Fico e il presidente ungherese; il primo rappresentante di una socialdemocrazia che non ha i tratti del tradizionale centrosinistra, l’altro di un popolarismo che non ha i tratti del tradizionale centrodestra.