La proposta di Maroni a Berlusconi: Salvini candidato premier
Un possibile accordo nel centrodestra. La Lega Nord, partito maggioritario nella coalizione, cede sul “listone unico” e rinuncia al simbolo. In cambio però “Salvini dovrà essere il candidato premier”. Questa la proposta di Roberto Maroni, governatore leghista della Regione Lombardia, che in un’intervista pubblicata stamani da Libero si rivolge agli altri leader del centrodestra – Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni – per costruire insieme un progetto potenzialmente vincente in vista delle prossime elezioni politiche del 2018 (0 2017?). “Possiamo vincere le elezioni contro Renzi solo mettendoci insieme” è il mantra ripetuto dall’ex ministro dell’Interno nel colloquio con Matteo Pandini.
I sondaggi: il centrodestra unito può battere il Pd
La proposta, per qualcuno provocatoria, di Maroni coglie un aspetto fondamentale fino ad oggi piuttosto trascurato dagli altri leader del centrodestra: l’Italicum prevede che il premio di maggioranza venga assegnato alla lista e non alla coalizione, perciò l’unico modo di impensierire Renzi è quello di metter su un “listone unico” da contrapporre al Partito Democratico e al Movimento 5 Stelle. Secondo gli ultimi sondaggi infatti l’unione delle varie forze politiche di centrodestra potrebbe davvero mettere in difficoltà il premier e risultare maggioritario nel paese. L’ultima rilevazione di Emg per La 7, per fare un esempio, assegna al centrodestra unito (Lega-Forza Italia- Fratelli d’Italia) il 32% dei voti, sopra il Pd al 31,2 % e al Movimento 5 Stelle al 27,8%. Ad oggi però, visto anche il caos che regna nel centrodestra a Roma, l’ipotesi sembra più che mai lontana. Ma, si sa, l’opportunismo è il pane della politica.
Comunali Milano, Maroni: “Parisi può battere Sala”
Nell’intervista Maroni – oltre a decantare le magnifiche sorti e progressive del leader del Carroccio (“È bravissimo, è il leader giusto. Un po’ è merito mio, visto che l’ ho lanciato”) – parla anche delle amministrative. E in particolare di Milano e Roma. Sulla sfida tra i due manager Beppe Sala e Stefano Parisi attacca l’ex ad di Expo: “Sia Sala che Parisi sono manager, e forse Sala è perfino più a destra di Parisi. Segnano la fine delle ideologie”. E allora perché dovrebbe vincere il centrodestra? Semplice: “Se Sala apre alla sinistra arcobaleno per noi sarà facile chiedergli cosa ne pensa dei campi nomadi, della sicurezza, dell’autonomia della Lombardia – aggiunge il governatore della Lombardia – E rischia che i moderati votino tutti per Parisi. Mi sembra uno scenario simile al 2013, quando il Pd provò a cavalcare il tema della legalità candidando Ambrosoli, figlio di un avvocato ucciso, ma poi ha perso. Ora cercano di cavalcare Expo: perderanno ancora”. Poi però non decide di andare all’attacco del candidato del Pd sui conti di Expo: “dovrà delle risposte” conclude laconico.
Comunali Roma, Maroni: divisioni frutto di interessi personali
A Roma, invece, la situazione è più complessa. Se a Milano il centrodestra può davvero insidiare lo strapotere del Pd, nella capitale la sfida si fa più ardua. Sia perché i 5 stelle vanno molto forte a Roma mentre sono quasi inesistenti sotto la madonnina sia per la spaccatura interna al trio Meloni-Berlusconi-Salvini sulla scelta del candidato al Campidoglio. Maroni in questo quadro non proprio idilliaco si presenta come l’uomo della mediazione: “A Roma il partito di maggioranza relativa nella coalizione è Forza Italia, e Berlusconi deve scegliere cosa fare. Tra titubare o proporre una soluzione scontentando qualcuno, va trovata una soluzione positiva per tutti” dice. Ma poi ammette: “su Roma ho la sensazione che i dubbi sulla candidatura unitaria siano frutto di questioni personali più che politiche. E purtroppo le questioni personali rischiano di farci perdere come successo in passato (vedi il “caso Cattaneo” a Pavia, ndr)”. E con Bertolaso come la mettiamo? “Sui rom ha sbagliato ma ha dimostrato di non essere un politicante. Lo conosco e ha un’ottima reputazione, spero che il centrodestra sia finalmente riuscito a recuperare una situazione imbarazzante”. Tutto si deciderà nella “consultazione” romana entro le prossime due settimane.
Giacomo Salvini
Twitter @salvini_giacomo