La scissione nel Pd è già avvenuta
Massimo Bray a Roma, Gherardo Colombo a Milano e Antonio Bassolino a Napoli. La sinistra che non si riconosce nel Pd renziano è pronta a calare i suoi assi nella manica. Non tanto per vincere. Ma per far perdere il premier segretario. Dopo mesi di incertezza e di divisioni gli ex Pd, insieme a Sel e Possibile di Civati stanno piano piano convergendo su candidati comuni. A Milano, Gherardo Colombo è stato allertato dal popolo arancione che non vede in Giuseppe Sala un continuum politico con Giuliano Pisapia. A Roma l’ex ministro Massimo Bray ha uno sponsor importante, Massimo D’Alema, ma ha fatto intendere che scenderà in campo solo ed esclusivamente se Stefano Fassina si farà da parte. A Napoli la situazione è in evoluzione. Lo scandalo dei voti “comprati” in alcuni seggi, ha scosso Antonio Bassolino, intenzionato, sembrerebbe, a fare ricorso. Dovesse essere respinto è probabile che l’ex sindaco di Napoli tenti la corsa solitaria.
Pd, scissione già avvenuta
Secondo La Stampa si è di fronte ad una scissione teorica, ma non ancora pratica:
Tre città. In ognuna di esse un candidato alternativo messo in campo da sinistra è in grado di tagliare la strada al renziano vincitore delle primarie. Quel candidato non sarebbe in grado di vincere le elezioni, ma le farebbe perdere al rivale espressione di Palazzo Chigi.
Come si capisce, se non è una vera e propria scissione, è comunque un’operazione azzardata che viene giustificata con l’esigenza di fermare Renzi e il suo progetto. E se pure la tentazione rientrasse, ovvero si realizzasse in una sola città, magari Roma, il solo parlarne rende evidente il malessere politico nel Pd.