Direzione Pd, lavoro e riforme nell’agenda del partito del premier
Al centro della prima direzione del Partito Democratico, dopo la vittoria alle europee e il 40% dei consensi raccolto da Renzi, le questioni nell’agenda del segretario-premier: lavoro, Europa, riforme. Queste le priorità indicate dal segretario Renzi all’assemblea che lo ha accolto con un caloroso applauso.”Questa nostra direzione -ha detto Renzi in apertura dei lavori – deve essere non tanto l’occasione per fare festa ma per una riflessione e un’analisi del voto, con il sorriso, per cercare di capire cosa abbiamo da fare e come impostare i prossimi mesi”. Archiviato il boom dell europee, “risultato che ci carica di gioia e entusiasmo ma anche di straordinaria responsabilità – dice Renzi – abbiamo scelto di non festeggiare perché la straordinaria ampiezza del risultato non è solo per il Pd o per il suo leader. Va ben oltre le aspettative, è il voto degli italiani per l”Italia”.
Una direzione, a cui ha fatto seguito la prima riunione degli europarlamentare eletti nelle fila del Pd. Nessuna votazione all’ordine del giorno oltre all’intervento del segretario, che ha invitato a non cullarsi sulla vittoria e non ha mancato di attaccare il leader cinquestelle Beppe Grillo: “In streaming si fanno i dibattiti, a trovare i leader populisti inglesi si va di nascosto”, ha spiegato Renzi commentando l’incontro fra Grillo e il leader inglese dell’Ukip Naigel Farage.
“Il Pd è il primo partito in Europa” ha ricordato Renzi spiegando anche il ruolo che i democratici dovranno svolgere nel PSE e in sede europea: “Il nostro compito è richiamare il PSE a quanto detto in campagna elettorale” ha ribadito il premier spiegando che “prima di discettare sui nomi è fondamentale capirsi su idee”. “L’Europa cambia perché l’alternativa al cambiamento dell’Europa è l’Europa che non si salva”, ha aggiunto. “Il compito del Pd” in questa fase “è enorme” in tutte le sedi, ha concluso.
Sulle riforme Renzi ha indicato il prossimo mese di giugno come “cruciale”: entro fine mese la riforma della P.A. , il 20 giugno il provvedimento sulla competitività, poi l’attuazione della delega fiscale e la riforma della giustizia. “Il tempo delle riforme è questo, nessun rinvio, non perché siamo schizofrenici ma perché comprendiamo che la capacità di fare le riforme consente all’Italia di essere attrattiva” ha aggiunto Renzi. Tempi più lunghi, invece, per la legge elettorale: “Immediatamente dopo la fine del passaggio in Senato e comunque entro l’estate deve essere approvata la legge elettorale” ha ricordato Renzi. “L’obiettivo è fare la legge elettorale ma non per andare a votare”, anche considerato che “agli altri è passata la voglia di andare a votare” ha ironizzato il segretario Pd.
Carmela Adinolfi