Emergenza profughi: Orban infierisce e alza ancora muri
Il premier ungherese Victor Orban, esponente di una destra conservatrice e tendente alla xenofobia populista, ha intenzione in questi giorni di rendere ancora più difficile la vita a migranti e rifugiati politici. Il suo obiettivo è modificare alcune regole sulla permanenza sul suolo nazionale degli stranieri. I nuovi arrivati potranno soggiornare nei centri di accoglienza solo un mese rispetto ai due finora previsti. All’interno di queste strutture per ciascun “ospite” sarà garantito lo stesso spazio minimo che è vigente per le celle carcerarie.
Gli immigrati dovranno sentirsi in Ungheria come degli ospiti temporanei e indesiderati ai quali verranno ridotti i diritti d’asilo. Per esempio, i sussidi previsti per la scolarizzazione dei rifugiati dovrebbero essere soppressi, così come l’erogazione del contributo per l’assistenza sanitaria verrà ridotto da dodici a sei mesi.
Secondo il Comitato ungherese Helsinki, un gruppo per la difesa dei diritti umani, il reale obiettivo delle misure che il governo Orban intende mettere in campo, è di scoraggiare la permanenza nel Paese da parte dei richiedenti asilo. Si prevede che i nuovi provvedimenti legislativi annunciati entreranno in vigore già a partire dal 1° aprile.
Emergenza profughi: Orban e l’alleato in Germania
L’opinione e l’azione politica di Orban hanno trovato una sponda nel governatore della Baviera Horst Seehofer (CSU), il quale ha deciso di incontrare proprio pochi giorni fa a Budapest il premier ungherese, per dimostrare la sua vicinanza e quella del suo partito (alleato della Merkel a Berlino) alle critiche che l’Ungheria rivolge all’Europa, considerata troppo timida e indecisa nell’affrontare seriamente e congiuntamente la questione migratoria. Una critica che va avanti da mesi, da quando Orban – nell’estate scorsa – decise unilateralmente la costruzione di un muro anti immigrati.
In occasione dell’incontro a Budapest, Seehofer ha stuzzicato la cancelliera Merkel, con la quale il rapporto negli ultimi mesi è deteriorato a causa delle diverse visioni in materia di accoglienza dell’ondata di profughi dalla Siria. “Auguro di cuore alla Cancelliera Merkel successo per l’incontro previsto con Erdogan. Successo che significa limitare considerevolmente il numero di profughi, in cooperazione con la Turchia. Questa riduzione vogliamo che avvenga ai confini esterni dell’Unione Europea. Questo è il nostro principio basilare e finchè ciò non succede o non viene sufficientemente applicato, noi siamo d’accordo con quello che Victor Orban ha appena dichiarato, e cioè siamo per il rafforzamento dei controlli frontalieri lungo i confini di ogni nazione e per il respingimento di quei profughi che non possano appellarsi al diritto d’asilo. Questa è la nostra posizione ed è una posizione che da molti mesi non è cambiata. Più le condizioni internazionali miglioreranno, meno le misure cautelative nazionali saranno necessarie. Noi come Baviera abbiamo accolto la gran parte dei profughi giunti, prima che venissero distribuiti nel resto della Germania.”
La confidenza creatasi tra Orban e Seehofer ha l’effetto di far uscire il premier ungherese dall’isolamento politico a livello europeo ma aggrava la spaccatura esistente tra la CDU e la CSU (cristiano-sociali bavaresi), i due partiti “fratelli”. Orban è soddisfatto di avere qualcuno al suo fianco tra i politici europei di alto livello ed ha affermato che la visita di Seehofer lo ha rafforzato nei suoi intenti.
Un dato indicativo degli sforzi effettivi che l’Ungheria ha fatto per dare il suo contributo all’accoglienza di parte dei profughi giunti negli ultimi mesi per la Balkanroute è il numero delle domande d’asilo accettate nell’anno 2015: 508.