Gas russo: Gazprom e i piani energetici per escludere l’Ucraina
Gas russo: Gazprom e i piani energetici per escludere l’Ucraina
Il colosso del gas russo Gazprom sta puntando sui suoi profondi legami con l’Italia per rilanciare i piani volti a bypassare l’Ucraina come Stato di transito delle spedizioni di gas naturale verso l’Europa. Dopo aver cercato invano di rafforzare i collegamenti pipeline con il continente attraverso la Bulgaria e la Turchia, Gazprom ha rispolverato ITGI – Interconnessione Turchia, Grecia e Italia – un vecchio progetto del 2003.
Il memorandum d’intesa è stato firmato tra la società italiana Edison Italia, rappresentata dall’amministratore Marc Benayoun, la ditta greca DEPA, in persona del suo amministratore Theodoros Kitsakos e Gazprom rappresentata dal CEO Alexei Miller. Alla cerimonia della firma ha seguito un incontro tra Miller, il ministro dello sviluppo economico d’Italia Federica Guidi e George Tsipras, segretario generale delle relazioni economiche internazionali del ministero degli affari esteri della Grecia.
Fonti governative italiane hanno respinto l’annuncio della firma Gazprom-ITGI, asserendo che fosse una manovra russa progettata per costringere il governo italiano a dare il suo assenso.
“Il governo è furioso per come le aziende hanno gestito questo accordo, è stato messo in una situazione che lo fa apparire come parte del piano – ha riferito una fonte governativa. Edison non ha rilasciato commenti in merito.
DEPA e Edison hanno costituito una joint venture, Poseidon, con l’obiettivo di costruire un gasdotto sottomarino che collega la Grecia e l’Italia con la capacità di 8 miliardi di m³/ anno. Con la firma del nuovo accordo, le due società hanno dichiarato che intendono approfittare e sfruttare il loro progetto nell’ambito del piano ITGI.
Ciò che rimane poco chiaro, è come il gas russo raggiungerà la Grecia, considerato che sul tavolo si sono solo due opzioni – attraverso la Turchia o la Bulgaria.
La posta in gioco per Gazprom è alta, necessitando di un collegamento con l’Europa meridionale per evitare il passaggio sul territorio ucraino, dove ha accordi di transito in scadenza il 31 dicembre 2019.
Tra il 2006 e il 2014, la Russia ha dimezzato a 62 miliardi di metri cubi l’anno la quantità di gas che attraversa l’Ucraina, ma è improbabile, per dare un senso ai suoi tentativi, che riesca a costruire una qualsiasi nuova condotta d’esportazione entro il 2020. Tutti i precedenti esperimenti sono finiti in un fallimento.
Il gasdotto South Stream è stato demolito più di un anno fa, dopo svariate prove per cercare d’aggirare le regole anti-monopolio dell’Unione europea, note come il Terzo Pacchetto Energia. Uno snellito progetto successore, TurkStream, è stato accantonato quest’anno, in rappresaglia all’abbattimento turco di un jet da combattimento russo lungo il confine siriano. I legami tesi con la Commissione europea, dove Gazprom si trova invischiata in mezzo a varie indagini in corso per pratiche commerciali scorrette, presuppone che ITGI possa dover affrontare gli stessi ostacoli che hanno fatto affondare South Stream.
Ci sono buone ragioni per Gazprom nella scelta di Edison. Il progetto ITGI ha la maggior parte delle autorizzazioni in mano e Edison, Depa invece è un vecchio acquirente di gas di Gazprom. L’Italia, che importa circa il 90 per cento del suo fabbisogno energetico, attualmente conta sulla Russia per oltre la metà dei suoi flussi giornalieri e ha bisogno di più gas per perseguire l’ambizioso progetto di diventare un nodo del gas nel sud Europa.
La cooperazione con l’Italia non sarà però facile. Il primo ministro Matteo Renzi, sollecitando l’Europa centrale ad unirsi, ha preso una dura posizione contro il controverso piano d’espansione del gasdotto Nord Stream, che mira a raddoppiare i flussi di gas in Germania.