Elezioni USA: ecco perché Bloomberg ha deciso di non partecipare
L’eventuale candidatura di Michael Bloomberg – imprenditore nel mondo dei mass media e già sindaco di New York – avrebbe provocato la vittoria di Donald Trump. Dopo le ammissioni dello stesso Bloomberg arriva anche uno studio di FiveThirtyEight a dimostrare che la candidatura dell’ex primo cittadino della Grande Mela avrebbe spianato la strada all’elezione del miliardario repubblicano.
Secondo FiveThirtyEight, Bloomberg non avrebbe avuto la forza per convincere tutti (o quasi) i gruppi sociali statunitensi. Tuttavia, l’ex sindaco di New York avrebbe conquistato la maggioranza dei sostegni tra i “white picket fence voters” – tendenzialmente conservatori – e i “white cosmopolitans”, di orientamento prettamente democratico e che rappresentano un quinto dell’intero elettorato.
Una situazione del genere avrebbe prodotto – sempre secondo FiveThirtyEight e nello scenario più ottimistico per l’ex primo cittadino newyorkese – un testa a testa ravvicinato in termini di percentuali: Trump 35.5%, Clinton 34.8% e Bloomberg 29.8%. Tuttavia, in termini di seggi, il divario sarebbe stato nettamente a favore di Trump, che avrebbe conquistato ben 311 Grandi Elettori – una quarantina in più dei 270 necessari per conquistare la Casa Bianca – a fronte dei 181 per la Clinton e degli appena 46 per Bloomberg.
In particolar modo, a fronte di isolate vittorie di Bloomberg – in stati con elettorato tendenzialmente moderato ed indipendente – Trump avrebbe vinto in buona parte degli Stati in bilico.
Insomma, motivi più che sufficienti per l’ex sindaco di New York per rinunciare alla corsa ed evitare la vittoria di Trump, l’autore della “campagna presidenziale più divisiva e demagogica di sempre”.