Articolo pubblicato da Daniele Errera il 13/03/2016
Ci risiamo con la solita, tanto antica quanto attuale questione del porto d’armi e della pistola nelle case. E’ Legittima difesa o meno? Sparare è legittimo o meno? Il tema è rilanciato direttamente dal Ministro della Famiglia, Enrico Costa, in un’intervista al Corriere della Sera.
Legittima difesa, le parole di Costa
Sostanzialmente la novità gira attorno alla legittimità di sparare ad un ladro che invade la casa dove vivono anche dei bambini. Lì lo sparo sarebbe ammesso, è legittima difesa. Costa calma le acque, non vuole il far west, dice. No, “ma sono un papà. E capisco bene come in questi anni la percezione del pericolo sia cambiata per un capo famiglia che, suo malgrado, si trovi in stato di forte emotività a dover difendere i propri cari da un’ aggressione, in casa”. Il lavoro in Parlamento sarà duro e lungo, prefissa Costa. Si ricomincerà dopo Pasqua con l’obiettivo di modificare gli articoli 52 e 59 del codice penale (il primo sull’errore, il secondo sulla legittima difesa). Ma Costa mette le mani avanti: non vuole portare l’acqua alla Lega Nord e al suo progetto presentato già in passato. Prende le distanze e marca le differenze dal Carroccio: “la Lega sostiene la presunzione assoluta di legittima difesa se l’ aggressione è in casa. La mia proposta, invece, tende proprio ad arginare le derive demagogiche che teorizzano di poter sparare anche a chi scavalca il muro di un giardino”.
Legittima difesa, le modalità
Le aggravanti per poter rispondere col fuoco ad un’irruzione, secondo il disegno di Costa, sono la presenza di bambini nelle mura domestiche, “se la famiglia colpita ha già subito altre aggressioni in casa”. Del resto, continua il Ministro per la Famiglia e per gli Affari Regionali, “chi è già passato per una brutta esperienza ha una percezione diversa del pericolo. E reagisce di conseguenza”. Ma la legge non può essere lasciata come quella del 2006, in quanto “quello schema, ed è la Cassazione a dirlo, ha generato un’ interpretazione restrittiva da parte dei giudici. E poi c’ è anche il problema dell’ interpretazione difforme nelle diverse aree del Paese”. E, viceversa, la nuova norma non può essere quella proposta dalla Lega Nord, in quanto aprirebbe ad un caos, ad un far west. Il concetto di fondo del pensiero di Costa è quindi il seguente: “fino a che punto lo Stato ha diritto di punire un cittadino che si è difeso da un’aggressione che lo Stato non ha saputo impedire?”. Una domanda che produrrà più e più scontri fra le parti politiche e non solo. Perché su queste determinanti problematicità della quotidianità, spesso anche la magistratura dà un’attenta opinione.
Daniele Errera