C’è Fini dietro la rottura del centrodestra a Roma?
C’è Fini dietro la rottura del centrodestra a Roma?
A Roma il centrodestra è nel caos. Berlusconi sostiene Bertolaso, ripudiato da Salvini che vuole Meloni. La leader di Fratelli d’Italia sarebbe pronta a metterci la faccia, a patto che l’intero centrodestra la sostenga nella corsa. Cosa difficile visto che l’ex Cav ha detto chiaro e tondo che andrà avanti con l’ex capo della Protezione Civile. E così la rottura pare inevitabile. Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega al Senato, certifica la divisione e lancia un messaggio sibilino a Berlusconi: “La domanda che ci facciamo è: ma chi stiamo favorendo? Forse Renzi?”.
Centrodestra, i motivi della rottura
La domanda in realtà è un’altra: chi c’è dietro a questa divisione di vedute che rischia di far naufragare l’alleanza di centrodestra? Secondo il vicedirettore di Libero, Franco Bechis, niente meno che l’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini. Almeno indirettamente.
Raccontano nei corridoi della politica che gran parte della bagarre a cui si sta assistendo nel centrodestra di Roma per la scelta del candidato sindaco, sia originata da vecchie liti e odi che coinvolgono fratelli-coltelli un tempo tutti uniti sotto l’ombrello di Gianfranco Fini. E in effetti sono tre i protagonisti in campo che un tempo militavano in Alleanza Nazionale: Barbara Saltamartini, ex Pdl ed ex Ncd, oggi rappresentante a Roma di Matteo Salvini. Poi Fabio Rampelli detto “Er Nasone”, spalla destra di Giorgia Meloni in Forza Italia. Il terzo è il senatore Andrea Augello, eletto con il Pdl, finito nel Nuovo centrodestra e oggi nel gruppo parlamentare di Gal dopo avere aderito a Idea, il nuovo movimento fondato da Gaetano Quagliariello. Augello è restato in ottimi rapporti con la Saltamartini, ma è sempre stato in pessimi rapporti con Rampelli. Sono nemici giurati come i fratelli che a un certo punto si odiano. Se uno prende una strada, puoi stare sicuro che l’altro prenda quella opposta
E così è stato, sostiene Bechis. Augello ha scelto Marchini e di rimando Rampelli ha consigliato Meloni di mettersi di traverso. Infine Augello ha convinto Saltamartini a sostenere Alfio. La cosa non è piaciuta a Berlusconi che ha visto minata la sua leadership: “ha avuto il sospetto che sul bell’Alfio Salvini avesse in mente di giocare una partita tutt’altro che locale: oggi sindaco di Roma, fra due anni il vero leader del centrodestra al posto del Cavaliere”. Il finale ormai è noto a tutti.