Il Foglio “candida” Massimo D’Alema: la soluzione anti-Renzi
Il Foglio “candida” Massimo D’Alema: la soluzione anti-Renzi
Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio, lancia un appello: Massimo D’Alema candidato premier. La proposta nasce dalla volontà di comprendere se la sinistra dalemiana riesca a reggere ancora.
“Ci piacerebbe che il grande ayatollah delle coscienze uniche della sinistra dei diciamo e dei però la smettesse di occuparsi solo di vino e di Iran e facesse quello che è lecito aspettarsi dalla più credibile o incredibile se volete personalità che oggi rappresenta con coerenza l’alternativa al renzismo a sinistra. Lo diciamo senza giri di parole: vogliamo fortissimamente, e per carità senza primarie, Massimo D’Alema candidato a furor di popolo con una meravigliosa lista che potremmo facilmente chiamare L’altra Italia con Massimo”.
Così, l’idea nasce dalla volontà di comprendere quanto la politica di D’Alema sia concretamente attuabile e quanto, invece, il suo declino sia da associarsi ad un idealismo che ha fatto furore negli anni novanta, poi travolto sì dalla “violenza rottamatrice di Renzi“, ma soprattutto dagli elettori.
Massimo D’Alema contro Matteo Renzi
La proposta di candidare Massimo D’Alema alle prossime elezioni, così come avanzata dal direttore de “Il Foglio“, Claudio Cerasa ha una ratio precisa, che trae origine dal diverso modo di intendere la politica. Si tratta di analizzare le profonde differenze che caratterizzano la visione della sinistra di Renzi e di D’Alema.
Il primo, con un netta propensione alla politica americana, tende a voler accorpare tutte le anime di sinistra, parte del centro e la fetta dei disillusi dalla destra. D’Alema, invece, ha sempre inteso la sinistra come un progetto basato sulle coalizioni. Sinistra che deve occuparsi unicamente di fare la sinistra, lasciando al centro il compito di raccogliere i voti “sporchi” delle delusioni altrui.
Si tratta di due visioni diverse. Opposte. Non possiamo dimenticare che il declino di D’Alema non è derivato da complotti di nuove leve – dice Cerasa – ma dalla sconfitta ai voti, dalla volontà degli elettori.
Massimo D’Alema e la sinistra dei 12 milioni
Il direttore de Il Foglio ricorda come, dal 1976 in poi, la sinistra italiana alla Camera abbia sempre raggiunto la stessa soglia, che è diventata un dettaglio storico di una certa rilevanza: 12 milioni di voti. Le vittorie politiche ottenute con questi voti sono sempre derivate da fratture interne delle altre coalizioni. Allora la svolta di Renzi qual è stata? Comprendere la tendenza a destra degli italiani e non disdegnare la volontà di conquistare parte di quell’elettorato, che nelle sinistre del passato non veniva considerato.
Da un lato abbiamo l’idea della sinistra tutta d’un pezzo che è stata fatta in mille pezzi, quella di D’Alema. Dall’altro lato abbiamo Renzi che raccoglie i pezzi di vasi diversi e ne crea uno nuovo. Ma ad oggi? Dopo che gli italiani hanno avuto modo di sperimentare entrambe le sinistre, quali sceglierebbero?
Maria Federica Dimantova