Virginia Raggi, il M5S e quel filo di Arianna che unisce Roma e Milano
Il filo di Arianna delle elezioni amministrative che unisce gli interessi politici di Milano e Roma si è, nelle ultime ore, arricchito di nuove tarsie e ricami che ne rafforzano l’identità bivalente, specie per il Movimento Cinque Stelle e per il suo candidato sindaco per il Campidoglio, Virginia Raggi.
Mai come ora le due città simbolo di una essenza antropologica antica – nobile ma ahimè decaduta nel tempo, si pensi alla moralità perduta della Milano post-Tangentopoli ed all’attuale Roma del malaffare e delle malversazioni pubbliche – saldano in un unisono il proprio percorso di rinascita civica. Le sfide sono tante e la politica oggi è avida di profili immacolati, competenti, pastori di quell'”etica dell’inflessibilità pragmatica” che fu già Piero Gobetti a postulare, per i governi delle città, in tempi decisamente diversi dagli attuali.
Il filo rischia però di spezzarsi, il Minotauro è sempre dietro l’angolo, le competizioni sono perigliose e svilenti, a volte oltre i limiti della pubblica decenza e della umana sopportazione. Prova ne è, ad esempio, il ritiro di Patrizia Bedori a Milano, vittima di quella lutulenta mucillagine fatta di “uomini della tastiera” forti della gratuita offesa personale, quanto poveri nell’argomentazione dialettica protetta all’interno del loro infimo anonimato di comodo. Discorso a parte andrebbe invece fatto per il senso razionale di opportunità espresso dal candidato in sé, quello sì probabilmente discutibile, ma di certo non in questa sede.
Virginia Raggi: nell’agone delle comunali romane, elemento corale e potenziale effetto sorpresa
Sembra scontato che a Milano il Movimento Cinque Stelle dovrà, giocoforza, organizzare in tempi brevi una nuova strategia d’attacco. A Roma invece, per Virginia Raggi, la situazione potrebbe presentarsi più favorevole e ghiotta a causa di un promettente fattore di consenso: l’elemento corale.
Allo stato attuale l’agone politico vede nella capitale forti dissonanze sia nel centrodestra che nel centrosinistra. I primi si trovano ancora alle prese con il dilemma delle “gazebarie” e di un candidato sindaco non condiviso dalla totalità della coalizione. Si aggiunga altresì il tellurico sisma provocato dalle ultime “infelici” dichiarazioni di Bertolaso riguardanti Giorgia Meloni. I secondi, pur nella cornice di una espressione pseudo-unitaria appannaggio di Roberto Giachetti, pagano ad ogni modo il fio d’immagine di una conduzione opalescente del voto delle primarie sia per Roma, che per Napoli. In questo contesto corale ampiamente cacofonico, Virginia Raggi potrebbe inserirsi quale entità atomica stabile ed autorevole.
Antonio Di Pietro a favore di Virginia Raggi, Ruocco (M5S) sibillina su Giorgia Meloni
In una polifonia variegata e di difficile e incerta comprensione, quale appare essere lo scenario romano, è impensabile che il fuoco delle polemiche non venga alimentato a man bassa, crediamo ragionevolmente, da qui al prossimo tradizionale “silenzio elettorale”.
Ecco allora Carla Ruocco, deputato del Movimento Cinque Stelle, attaccare senza mezzi termini l’eventuale nomina, per la poltrona di primo cittadino di Roma, di Giorgia Meloni: “Questo nome circola da decenni. Io ero ragazzina e già c’era Giorgia Meloni. Ha fatto anche il ministro con Berlusconi. E poi è poco presente in aula. La vedo spesso in tv, poco in aula. Noi proponiamo Virginia Raggi, una donna in gamba, una persona pulita, una garanzia di cambiamento. Credo fortemente in lei, poco mi interessano i riciclati. La politica è altro”.
A proposito di Virginia Raggi, perentorio e senza esitazioni in diretta su Radio Cusano Campus, è arrivato il sostegno dell’ex magistrato Antonio Di Pietro, il quale si è definito un profondo estimatore della giovane candidata chiosando secco: “Se votassi a Roma non avrei dubbi, voterei sicuramente Virginia Raggi“.
Riccardo Piazza