Sanzioni Russia: niente proroghe automatiche
Lunedì, i ministri degli esteri dei 28 paesi membri dell’Unione Europea hanno approvato all’unanimità cinque principi guida della politica dell’UE nei confronti della Russia. I diplomatici, in occasione del Consiglio degli affari esteri, oltre che aver sottolineato che l’attuazione dell’accordo di Minsk fosse la condizione chiave per vedere sostanziali modifiche della posizione dell’UE nei confronti di Mosca, hanno convenuto di rafforzare le relazioni con i partner orientali dell’UE e degli altri paesi vicini, in particolare in Asia centrale, così come rinsaldare la resilienza dell’UE in vari settori, tra cui la sicurezza energetica, minacce ibride e comunicazione strategica.
I governi dell’Unione europea la scorsa settimana hanno esteso le sanzioni contro russi e ucraini, già applicate nel 2014 per il conflitto in Ucraina orientale, mantenendo il congelamento dei loro beni e i divieti di viaggio fino a metà settembre. Il blocco dei 28 membri in un comunicato ha reso noto che 146 persone – tra cui l’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich – e 37 società sarebbero rimaste sotto il regime di ammende.
Le principali sanzioni economiche dell’Unione Europea contro la Russia – che si concentrano nei suoi settori energetici, bancari e della difesa – scadono a luglio di quest’anno, e molti governi europei le vogliono rinnovare fino a quando Mosca non adempirà la sua parte dell’accordo di pace di Minsk. “Non possiamo dare per scontata qualsiasi decisione in questa fase – ha chiarito il ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni ai giornalisti dopo l’incontro con i suoi colleghi europei a Bruxelles.
Tuttavia, in una conferenza stampa il capo della politica estera dell’UE Federica Mogherini, ha reso noto che i ministri hanno concordato un “impegno selettivo con la Russia in materia di politica estera e di altre aree in cui c’è un chiaro interesse comunitario”, anche se, ha aggiunto, la piena attuazione dell’accordo di pace di Minsk resta la “condizione chiave per eventuali cambiamenti sostanziali dei nostri rapporti”.
Alcuni Stati membri dell’UE, come la Gran Bretagna, le repubbliche baltiche e la Polonia sostengono che le sanzioni rimangono una risposta necessaria a quello che vedono come una Russia espansionista. Ungheria, Italia e Grecia sottolineano l’importanza russa come un partner commerciale, un fornitore di energia e un giocatore “utile” in parecchie questioni che toccano da vicino l’Europa. “Non si può decidere sulle sanzioni e mettere i problemi sotto il tappeto – ha insistito il ministro degli esteri ungherese, Peter Szijjarto – Crediamo che la questione delle sanzioni debba essere decisa al più alto livello. Non può essere automatica”.
Il primo ministro italiano Matteo Renzi aveva già sottolineato la sua perplessità sull’utilità delle sanzioni alla fine dello scorso anno, sostenendo che non potevano essere frutto di una scelta affrettata.
Tuttavia, gli Stati Uniti sostengono che la rimozione delle sanzioni occidentali sia subordinata al rispetto da parte della Russia delle condizioni del processo di pace di Minsk, con Mosca che invece nega ogni coinvolgimento militare. “Oggi la Russia deve fare una scelta tra la continuazione del regime di sanzioni economicamente dannose o aderire ai propri obblighi nell’accordo di Minsk”, ha chiarito il segretario di Stato americano John Kerry.
Nei commenti, che alcuni diplomatici UE hanno ricevuto da Mosca, s’afferma che Lavrov nutre speranza che gli Stati Uniti possano accettare dei compromessi sul processo di pace di Minsk. Subito dopo la conclusione dell’incontro, il presidente russo Vladimir Putin, sostenendo che l’intervento militare avesse raggiunto i suoi obiettivi, ha ordinato il ritiro delle forze russe dalla Siria.