Sondaggi PD: il partito di D’Alema e Bersani vale il 10%
Sondaggi PD: il partito di D’Alema e Bersani vale il 10%
La maggioranza assoluta di elettori del PD vorrebbe annullare le primarie di Napoli, ma anche a Roma sono in molti a storcere il naso. E un partito a sinistra del PD potrebbe favorire il sorpasso del M5S. A dirlo è l’ultimo sondaggio condotto da IPR Marketing per il quotidiano Il Resto del Carlino, che evidenzia il momento di alta tensione e delusione presente nell’elettorato dem.
Per quanto riguarda le primarie di Napoli – che hanno visto la vittoria di Valeria Valente, tra polemiche ed accuse di compravendita di voti – ben 2 elettori su 3 vorrebbero che si azzerasse tutto. Solo 1 elettore dem su 4 la pensa in maniera opposta, pensando che il discorso primarie sia ormai un capitolo chiuso.
Sebbene poste dinanzi ad accuse meno eclatanti, anche le primarie romane evidenziano la delusione di una consistente fetta dell’elettorato democratico capitolino. Il 47% degli elettori dem vorrebbe che si ripartisse da zero. Tuttavia va registrato un 50% di elettorato che invece pensa non ci sia alcun motivo per annullarle.
In realtà – come sottolineato da IPR – gli elettori non sembrano voler mettere in discussione il meccanismo delle primarie in sé: l’89% vorrebbe mantenerle, con un 82% che addirittura pensa a regolamentarle con apposita legge statale. Come agire? il 67% chiede la creazione di un albo di partecipanti, che per il 72% degli intervistati deve essere pubblico e non riservato. Inoltre, bisognerebbe optare per un election day di primarie in tutta Italia: a dirlo è il 77% del campione. Decisamente più bassa ma ugualmente consistente (45%) la fetta di elettori che vorrebbe l’introduzione di un quorum per sancire la validità del voto.
Sondaggi PD: il partito di D’Alema e Bersani vale il 10%
Ma il PD come sta? Il 40% degli intervistati concorda con la visione di “un’alterazione del dna ulivista”, denunciata dall’ex premier Massimo D’Alema. Tuttavia, il leader storico DS è ritenuto credibile solamente da un elettore dem su 5. Inoltre, il 68% degli elettori non vuole scissioni, anche se il 53% le ritiene inevitabili in mancanza di una vera e propria pacificazione. Una frattura che porterebbe ad un nuovo partito guidato da ex DS che potrebbe valere circa un 10%, facendo scendere il PD attorno al 20-22% e a rischio sorpasso da parte del M5S.
Ma come ripartire? Riscoprendo le radici uliviste, lasciando perdere Verdini (solo il 10% appoggia il dialogo con l’ex braccio destro di Berlusconi) e Alfano (22%) e riaprendo alla sinistra (60%). E disponendo di un segretario a tempo pieno (44% degli elettori), distinto dal premier.