L’Egitto ha un nuovo “Faraone”
In Egitto le Presidenziali sono state solo una formalità per Abdel Fattah al Sisi: ha riscosso un successo plebiscitario – stando a quanto dicono dal ministero degli Interni de Il Cairo – tra il 95% e il 97% dei consensi sono stati raccolti dall’ex ministro della Difesa ed ex generale protagonista del colpo di mano di un anno fa contro l’ex Presidente Morsi e della dura repressione contro i Fratelli Musulmani che ne è conseguita; lo sfidante, il progressista nasseriano Hamdine Sabbahi, non è andato oltre il 5% dei voti.
Al Sisi ha vinto persino nel villaggio dove Morsi è nato, unica nota amara per l’ex militare la scarsa affluenza alle urne, le operazioni di voto erano state persino prorogate e si erano sprecate le “minacce” di multa per chi avesse disertato le urne nel tentativo di evitare un dato imbarazzante: alla fine l’astensionismo ha prevalso comunque, hanno votato tra il 40% e il 47% degli aventi diritto, 21 milioni di egiziani secondo stime ufficiose.
Secondo gli indipendenti del centro Takamol Masr l’affluenza sarebbe assai più bassa del 47% annunciato dalla Commissione elettorale (21 milioni di persone) e si aggirerebbe tra il 10% e il 15%. Per i risultati definitivi bisognerà aspettare l’annuncio ufficiale il 3 o 4 giugno
Secondo alcuni analisti avrebbero pesato sia gli appelli al boicottaggio da parte delle opposizioni, in primis tra i sostenitori dei Fratelli musulmani (messi di nuovo fuori legge dal nuovo potere), sia l’indifferenza della popolazione di fronte a quello che in molti hanno considerato in partenza un risultato scontato.
Il pugno duro utilizzato contro gli jihadisti del Sinai e i Fratelli Musulmani ha accreditato al Sisi come “salvatore della patria” presso l’elettorato non radicale ma il pericolo che una tale repressione possa spaccare il paese è molto alto, soprattutto dopo queste elezioni: la scarsa affluenza potrebbe in qualche modo delegittimare l’operato del nuovo Presidente e trasmettere nuova linfa ai Fratelli Musulmani.
Sisi ha fatto leva in ogni modo sul voto delle donne, ma non mancano i dubbi su quali soluzioni potrà adottare per risollevare la nazione, gravata da un forte debito e dalla disoccupazione sopra il 13 per cento.
Guglielmo Sano