Senza gli sgravi fiscali per le imprese, le assunzioni a tempo indeterminato crollano. I dati sono impietosi: -70.000 (-39%) sul gennaio 2015 e -50.000 (-32%) sul gennaio 2014. Cala anche la cifra generale delle assunzioni mentre, nel primo mese dell’anno, si è assistito ad un nuovo boom dei voucher. Questa la sintesi del rapporto pubblicato ieri dall’Osservatorio sul Precariato dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Inps) sul periodo gennaio 2014-gennaio 2016. L’Istituto guidato da Tito Boeri comunica mensilmente i dati aggiornati sui nuovi rapporti di lavoro e sulle retribuzioni medie.
Inps, nel 2016 giù i contratti a tempo indeterminato
Nel 2015 l’incremento dei nuovi contratti a tempo indeterminato è stato veramente cospicuo (+913.000 unità pari a +54%), anche se molti di essi riguardano trasformazioni da contratti precari in contratti a “tutele crescenti”. Ma tutto ciò è evidentemente influenzato da un dato: su 2,5 milioni nuove assunzioni a tempo indeterminato nel 2015, 1,5 milioni (62%) hanno beneficiato degli sgravi contributivi triennali. Nell’analizzare i dati scrive l’Istituto guidato da Tito Boeri: “L’esonero contributivo triennale, introdotto dalla legge di stabilità 2015, risulta avere avuto un effetto determinante sull’incremento dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato”. E questo è dimostrato dal fatto che con gli sgravi più che dimezzati nel 2016, le assunzioni a tempo indeterminato a gennaio di quest’anno non solo sono diminuite rispetto al 2015, ma sono di meno anche rispetto al 2014. “Dopo la crescita delle posizioni lavorative registrata a consuntivo 2015 e la forte accelerazione delle assunzioni a tempo indeterminato a fine anno – continua l’Inps – si registra, all’inizio del 2016, un evidente rallentamento di queste dinamiche. Opportuno ricordare che dicembre 2015 era l’ultimo mese per fruire dell’esonero triennale e si sono avuti in quel mese circa 380.000 rapporti di lavoro instaurati (attivati o trasformati) con esonero contributivo, pari a quasi quattro volte la media degli 11 mesi precedenti (106.000)”.
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— Marta Fana (@martafana) 17 marzo 2016
Boeri smentisce il governo
Con queste considerazioni l’Istituto guidato da Tito Boeri smentisce in un colpo solo sia il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti che il consigliere economico di Palazzo Chigi Tommaso Nannicini che in alcune interviste negli ultimi giorni avevano individuato nel jobs act la causa del boom delle nuove assunzioni nel 2015. “Questo governo sta facendo la lotta al precariato più radicale mai vista – ha dichiarato stamane al Corriere della Sera Poletti – si era affermata l’idea che fosse anormale assumere una persona a tempo indeterminato: su 100 avviati al lavoro, 85 erano temporanei. Oggi 750 mila contratti precari sono stati trasformati in contratti stabili. Era di sinistra avere i precari che costavano un terzo dei lavoratori stabili? Io dico di no. Io dico che questo è il governo più di sinistra della storia repubblicana”. Dello stesso tenore le dichiarazioni rilasciate a Repubblica dal braccio destro del premier Nannicini sabato scorso. “Dai dati – aveva sottolineato l’economista bocconiano – emerge una ripresa dei livelli occupazionali e un aumento delle stabilizzazioni. Il primo risultato lo possiamo spiegare anche col ciclo (economico, ndr), il secondo no. Il dibattito sul merito relativo di incentivi e Jobs Act ce lo porteremo per molto tempo. La tendenza dei dati suggerisce che entrambi hanno avuto un ruolo. Più del 70% dei contratti a tempo indeterminato sono stati attivati dopo marzo, segno che molti hanno aspettato le tutele crescenti”. Ma Boeri non sembra essere molto d’accordo. Tanto che il duello tra il Presidente dell’Inps e il Ministro del Lavoro continua: “Boeri fa il suo mestiere – ha detto stamani Poletti – ma un conto è fare il presidente dell’Inps, un conto governare. Lui può formulare proposte; a noi spetta decidere”. Come dire: a ognuno il suo mestiere e il “gufo” Boeri stia al suo posto.
Inps, boom dei voucher
Un dato poco rassicurante arriva anche dai voucher, ovvero i buoni destinati al pagamento dei lavori accessori. Nel primo mese dell’anno infatti sono stati venduti circa 9,2 milioni di buoni lavoro (valore nominale di 10 €) con un aumento sul gennaio 2015 del 36%. Ergo: i datori di lavoro non assumono più e pagano i lavoratori a ore. Poletti, a questo proposito, ha annunciato che il governo approverà una misura per tracciare i voucher così da limitarne l’abuso.
Giacomo Salvini
Twitter @salvini_giacomo