Utero in affitto: il Ddl contro la maternità surrogata
Utero in affitto: dopo l’approvazione in Senato in prima lettura della tanto contestata legge sulle unioni civili, Alfano torna alla carica con il nuovo ddl contro la maternità surrogata presentato oggi a Roma insieme al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, alle parlamentari di Area Popolare e ad esponenti del movimento Idea di Gaetano Quagliariello. Il disegno di legge dal titolo “Proposta di legge sulla disciplina del divieto di maternità surrogata” prevede una pena da 2 a 5 anni di carcere e una multa che va da 1 milione e 200 mila a 2 milioni di euro per chi fa utilizzo di questa pratica. La legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita già punisce “chiunque a qualsiasi titolo utilizza a fini procreativi gameti di soggetti estranei alla coppia richiedente”: il ddl si propone di punire anche i cittadini italiani che ricorrono alla maternità surrogata all’estero.
La proposta di legge è stato presentata oggi anche dalle parlamentari di Ap, che per l’occasione hanno preparato delle t-shirt con lo slogan: “Il corpo delle donne non si compra, non si vende e non si affitta”. Valentina Castaldini, portavoce Ncd ha spiegato: “Con il ddl e la mozione per perseguire l’utero in affitto come reato universale abbiamo presentato in Parlamento due atti a tutela delle donne e dei futuri bambini. E’ una pratica che finalmente può essere effettivamente perseguita come reato anche se fatta all’estero con pene severe”. La deputata di Ap Paola Binetti ha aggiunto: “Queste due azioni parlamentari sono il nostro modo per blindare il testo sulle unioni civili e per ribadire con fermezza che il nostro sì a certi valori permane anche attraverso tutti gli strumenti normativi che la legge ci consente”.
Utero in affitto: il Ddl contro la maternità surrogata
Il ddl presentato da Ap-Ncd ha l’obiettivo principale di dichiarare il ricorso alla maternità surrogata un “reato universale” punibile severamente: oltre al carcere e alla maximulta il fatto nuovo della proposta di legge è la punibilità del cittadino italiano che effettua la pratica all’estero. Se la legge fosse approvata oggi, sia il leader di Sel Nichi Vendola che il senatore Pd Sergio Lo Giudice verrebbero condannati severamente.
Il nuovo testo di legge, e in particolare l’articolo 3 istituisce “il diritto alla conoscenza delle proprie origini e la tracciabilità a scopi medici per i nati da maternità surrogata”; chi invece organizza e pubblicizza il commercio di gameti ed embrioni incorre in una pena che prevede la reclusione da 1 a 3 anni e una multa da 600 mila a un milione di euro. Prevista una responsabilità amministrativa degli enti “in relazione alla commissione dei delitti di cui all’articolo 12 della legge 40” che si applica anche all’ente “di diritto straniero”: i promotori del ddl affermano che la legge italiana potrà essere applicata all’estero; difatti l’articolo 7 del codice penale presenta una serie di reati punibili dalla legge italiana indipendentemente dal luogo in cui siano stati commessi.
Giulia Perbellini