Attentati Bruxelles, si potevano prevedere?
La domanda sorge spontanea: dopo l’arresto di Salah Abdeslam, gli attentati avvenuti oggi a Bruxelles si potevano prevedere? Se andiamo a leggere l’articolo di Marco Imarisio sul Corriere della Sera scopriamo come nel rifugio dell’ex terrorista più ricercato d’Europa si trovasse un arsenale da guerra.
Oltre agli indizi, al kalashnikov usato da Belkaid per sparare contro gli agenti ignari della sua presenza e alla bandiera dell’Isis, dalla casa di Forest sono spuntati anche due detonatori nuovi di zecca, dettaglio che mette sotto nuova luce le recenti rivelazioni fatte dal ministro degli Esteri belga sul fatto che Abdeslam avesse in mente di fare qualcosa a Bruxelles.
Adesso il Belgio ha in mano qualcosa che vale. C’è un’intera rete di fiancheggiatori da portare alla luce, il circolo ristretto di Molenbeek e dintorni che ha favorito una latitanza altrimenti impossibile.
Attentati Bruxelles, le falle della sicurezza belga
Matthew Levitt, direttore del Washington Institute’s Stein Program on Counterterrorism and Intelligence, ha detto, in un’intervista a Business Insider, che la polizia belga ha iniziato solo adesso a capire quanto profondo e reale sia il problema del terrorismo nel paese.
“Il Belgio è il paese europeo con il più alto numero di foreign fighters per capita”. Secondo il report stilato nel 2015 dal The Soufan Group, da Bruxelles e dintorni sono partiti più di 400 combattenti verso Siria ed Iraq. Di questi, più di cento sono tornati in patria. E il fondamentalismo islamico si è radicato nei quartieri stranieri.
Altro problema, spiega Levitt, è la suddivisione amministrativa del Belgio che rende complicato lo scambio di comunicazioni fra le varie autorità. Infine, le leggi presenti nel paese limitano l’effettiva attività di spionaggio da parte dell’intelligence belga sugli stessi cittadini.
Situazione confermata da un ufficiale dell’antiterrorismo belga a Buzzfeed news: “Non abbiamo personale formato né infrastrutture adatte per controllare adeguatamente centinaia di persone sospettate di legami terroristici”.