Attentati Bruxelles: il segretario di Stato americano John Kerry, è arrivato in Russia per dei colloqui con il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli esteri Sergey Lavrov riguardanti la Siria e l’Ucraina, ha affrontato innanzitutto il tema degli attentati di Bruxelles, sostenendo che dovrebbero richiamare le attenzioni di tutti e, utilizzando l’acronimo arabo per lo Stato islamico, ha sottolineato che “ci dimostrano l’urgenza che ogni paese, che ha la capacità di fare la differenza, deve agire per porre fine a questa piaga del male che viene dal Daesh”.
Attentati Bruxelles: Usa e Russia alla ricerca di una soluzione
Kerry, considerato che c’è una fragile tregua e sono in corso i colloqui di pace all’ONU, voleva capire con chiarezza la politica di Mosca in Siria e in particolare la futura posizione del presidente Bashar Assad. Il segretario di Stato, insistendo su come sia necessario ridurre la violenza e aumentare gli aiuti umanitari, ha espresso una speranza, ossia che durante la sua visita si potesse “definire e tracciare la strada da percorrere, in modo da portare a termine questo conflitto siriano il più velocemente possibile”.
Gli Stati Uniti e la Russia sono in disaccordo sulla Siria da quando più di cinque anni fa è iniziato il conflitto, con Washington che chiede la cacciata di Assad e Mosca che sostiene che spetti al popolo siriano determinare la sua leadership. L’incontro con Kerry è stato organizzato successivamente all’annuncio a sorpresa di Putin che le truppe russe, dopo cinque mesi di operazioni militari a sostegno del governo di Assad, si sarebbero parzialmente ritirate dalla Siria.
Kerry si è dichiarato ottimista sui colloqui che hanno dimostrato come “le due potenti nazioni, nonostante le differenze, sono state in grado di trovare una cooperazione in questi ultimi anni e hanno manifestato la capacità di fare ciò che è necessario per affrontare le sfide”.
Un’altra significativa differenza tra gli Stati Uniti e la Russia è la situazione in Ucraina, dove Washington accusa Mosca di non fare abbastanza per far rispettare il cessate il fuoco nell’est del paese. La Russia, dal canto suo, lamenta che il governo ucraino sta trascinando i piedi per l’attuazione del cessate il fuoco.
I combattimenti nel cuore industriale dell’Ucraina, hanno ucciso più di 10 mila persone e hanno lasciato vaste aree di territorio sotto il controllo dei separatisti filo russi. I colloqui di Minsk, in Bielorussia, in cui Germania, Francia e Russia assieme al governo ucraino e ai separatisti hanno mediato un fragile accordo di pace, che però sostanzialmente ha tenuto, dimostra che non sono stati attuati gli elementi politici e militari contenuti nell’accordo stesso.
Kiev insiste sul fatto che l’attuale situazione di insicurezza non consenta di indire votazioni; i separatisti da parte loro, sostengono che non permetteranno ai partiti ucraini di partecipare alle elezioni. Kerry si è dichiarato preoccupato dei recenti aumenti di violazioni del cessate il fuoco e ha pressato affinché la Russia contenga i separatisti. Fino a quando non ci sarà “vera tranquillità” e il pieno accesso degli osservatori, diventa difficile fare progressi su qualsiasi altro aspetto dell’armistizio di Minsk.
Il segretario americano ha sollevato anche il caso di Nadezhda Savchenko, il pilota ucraino che in Russia è stato condannato a 22 anni di carcere con un’accusa che molti sostengono sia falsa. Savchenko, che è stata condannata per complicità nell’uccisione di due giornalisti russi in Ucraina orientale nel 2014, vede al momento una possibile apertura per uno scambio di prigionieri tra i due paesi.