Turchia: Erdogan calpesta ancora libertà di stampa e di satira
Ad Istanbul è cominciato il processo contro due giornalisti del giornale Cumhuriyet, Can Dündar e Erdem Gül, rispettivamente caporedattore e direttore dello stesso. Il giornale esprime una visione spesso critica del governo in carica, come è normale considerare che sia tra i presupposti di una società che si voglia considerare almeno minimamente democratica. I due giornalisti, arrestati lo scorso 26 novembre, devono rispondere davanti alla giustizia per un articolo da loro scritto sulla consegna di armi da parte dei servizi segreti turchi ai guerriglieri dello Stato Islamico. E’ stato proprio il presidente turco Erdogan con l’ausilio di uno dei suoi avvocati a denunciarli e la Procura di Istanbul aveva chiesto per i due incriminati la pena dell’ergastolo per “spionaggio” e “propaganda terroristica”. L’organizzazione non governativa Human Rights Wacht ritiene che la faccenda della vendita segreta di armi al presunto nemico sia una questione di pubblico interesse che appunto i due giornalisti avevano il diritto-dovere di affrontare.
Turchia, il processo alla stampa
Il processo che comincerà ufficialmente il 1° aprile, si svolgerà a porte chiuse e questo non è certo un buon segnale di distensione, soprattutto ora che l’Unione Europea e la Turchia hanno siglato un accordo sulla gestione dei flussi di immigrati lungo la rotta per la Grecia attraverso il Mar Egeo. Le critiche dell’opinione pubblica turca ed europea, dei giornali stranieri, ma anche della minoranza curda contro le politiche discriminatorie di Erdogan si fanno sentire sempre di più. Come se non bastasse le critiche hanno inasprito gli attacchi alla libertà di stampa del governo in una spirale sempre più preoccupante di arresti e censure. I giornalisti in carcere in Turchia sono circa 200. I suoi provvedimenti contro le redazioni dei giornali e dei canali televisivi di opposizione hanno fatto crescere la pressione interna contro il suo governo. Anche all’estero però l’attenzione e la consapevolezza su questi fatti è cresciuta enormemente negli ultimi mesi.
Non a caso in Germania il canale televisivo NDR ha pubblicato un video satirico che prende di mira il presidente turco. Vengono mostrate immagini di Erdogan davanti al suo nuovo scintillante palazzo presidenziale ad Ankara, praticamente una reggia, costruita persino all’interno di un’area protetta , con 1200 stanze e 1.150 guardie di sicurezza appostate ovunque. La canzone che fa da cornice al video, che si intitola “Erdowie, Erdowo, Erdowahn” recita per esempio: “Lui (Erdogan ndt) il boss del Bosforo, vive come una gran signore” oppure “Un gionalista che scrive qualcosa che a Erdogan non va giù, domani sarà già in gattabuia” e pure, con le immagini sullo sfondo della stretta di mano durante l’incontro recente tra la Cancelliera tedesca Merkel e il presidente turco Erdogan, la strofa canta: Devi essere bella e affascinante, perchè lui ti tiene tra le mani” .
La reazione del governo turco non si è fatta attendere. A causa di questa satira considerata offensiva, è stato immediatamente convocato al Ministero degli Esteri turco l’ambasciatore tedesco Martin Erdmann, il quale ha dovuto giustificare di fronte alle autorità turche il perché della concessione a pubblicare un video del genere e si è intimato di farne cessare la messa in onda.
Secondo le parole del giornalista a processo Dürdan, Erdogan ha saputo costruito negli anni una rete di conoscenze all’interno dei principali media turchi, di fatto assoggettandoli al suo controllo. Inoltre, sempre secondo Dürdan, Erdogan starebbe di fatto influenzando il processo in avvio contro di lui e il suo collega, attraverso dichiarazioni pubbliche che intimiderebbero i giudici.