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Sondaggi centrodestra, tutti i partiti della coalizione in calo per Euromedia
Menu ricco questa settimana a Euromedia, si è passati dal referendum costituzionale, all’acqua pubblica all’olio di palma senza tralasciare naturalmente il terrorismo, ma non sono mancate naturalmente le intenzioni di voto, che non portano buone nuove al centrodestra
Sondaggi centrodestra, insieme i partiti della coalizione perdono l’1,3% in una settimana
I primi due partiti sono in una situazione tranquilla, anzi se il PD è sostanzialmente stabile al 32,5%, il Movimento 5 Stelle recupera un mezzo punto e si riporta sul 25%, a un passo dalle cifre raggiunge ne 2013, anche se mancano alcuni punti a quei livelli dei sondaggi dei mesi scorsi, quando si era avvicinato di molto al PD.
Le cifre più degne di nota sono tuttavi quelle relative al centrodestra: i suoi partiti sono tutti in calo, di mezzo punto la Lega Nord che arretra al 14,2%, di 4 decimi Forza Italia che scende al 13,1%, e sempre di 4 decimi anche Fratelli d’Italia che scende sotto il 5% al 4,7%.
Sono tutti valori in ogni caso non bassi, il centrodestra era cresciuto recentemente, ma indicano un disagio del suo elettorato probabilmente per le incertezze a Roma e non solo nel trovare un candidato sindaco che dia l’idea di una coalizione unita anche a livello nazionale e che possa formare una lista unica per sfidare il Pd e il M5S alle elezioni politiche.
Stabili o in leggera crescita gli altri piccoli partiti, con Sinistra Italiana che va oltre il 3% al 3,3% e NCD-UDC che prova ad avvicinarsi salendo al 2,7%, pur rimanendo distante dalla soglia dell’Italicum
Sì e No al pareggio, metà degli elettori indecisi sul referendum costituzionale, un pericolo per Renzi
Novità negative per il governo giungono dalla domanda sulle intenzioni di voto al referendum sulla riforma del Senato: di fatto gli italiani sono spaccati in due, almeno quelli che hanno un’intenzione di voto, il 26,2% è per il Sì, il 25,8% è per il No, ma deciderà quel 48% che è ancora indeciso o addirittura ora pensa di non votare.
Sono cifre molto diverse da quel trionfo del Sì che altri sondaggi prefiguravano, e visto il legame, voluto da Renzi, con la prosecuzione dell’attività di governo, ora probabilmente al Nazareno staranno cominciando a preoccuparsi