Primarie USA, le mappe del voto aggiornate contea per contea
Le primarie USA si avviano alla loro fase finale, che tuttavia, al contrario di quanto avvenuto in altre occasioni, sembra poter essere la più interessante. Perchè anche se con diverse possibilità di realizzazione, tutto può succedere.
Non ci sono ancora vincitori certi, e il voto di Stati importantissimi come New York, Pennysilvania e California quest’anno potrebbe contare molto.
Gli Stati Uniti appaiono essere divisi più che mai, anche geograficamente, nell’appoggio a questo o a quel candidato in entrambi i campi
Primarie USA, le mappe lo specchio di una società molto plurale
A dispetto del sistema di voto ultra-maggioritario che ha sempre trasformato le elezioni in una sfida personale tra due esponenti con terzi incomodi destinati sempre a fallire, le mappe delle primarie democratiche e repubblicane offrono uno spaccato della società americana che è cambiata molto rispetto al passato.
La mappa delle primarie democratiche mostrano una divisione tra gli elettori di centrosinistra, diremmo al’italiana, che sembra avere in parte anche basi etniche: gli stati e le contee con più bianchi vedono prevalere Sanders, si tratta di un elettorato bianco che tende di più ad appoggiare istanze ideali anche radicali, in particolare i più giovani, gli studenti delle università, il diritto universale alla salute, il pacifismo, con le dovute differenze si tratta di una visione più simile alla sinistra radicale europea, che non a caso attira di più i giovani e i più istruiti tra gli elettori di sinistra, quelli più ostili all’establishment.
Al contrario nelle aree in cui le minoranze nere ed ispaniche sono una quota molto importante prevale il voto a Hillary Clinton che ha sempre proposto soluzioni più pragmatiche e centriste con un occhio ai più svantaggiati. Donne, elettorato più anziano, questo l’elettorato dell’ex first lady.
Un elettorato anche più religioso, e lontano dal socialismo di Sanders, tra l’altro, ed ecco quindi le vittorie in tutto il Sud, a Las Vegas, nell’area di Chicago e Detroit, e in tutti i centri più grossi, tipicamente con più minoranze delle aree rurali.
Primarie USA, i repubblicani ancora più divisi dei democratici
Gli USA appaiono ulteriormente divisi se guardiamo alle primarie repubblicane, emerge in modo più pesante la spaccatura dovuta alla religione.
Il controverso candidato in testa, Donald Trump, è atipico, nonostante sia molto conservatore e vicino ai tea pary, a differenza di altri, non è particolarmente religioso, egli stesso è divorziato, e preferisce puntare su temi come la sicurezza e l’immigrazione piuttosto che i valori.
Questo lo differenzia da Cruz, che invece punta tutto sul voto degli evangelici.
Si vede anche nella mappa del resto, Cruz ha vinto nel proprio stato, l’ultra-religioso Texas, nonchè nell’Utah e nell’Idaho dei mormoni, e nell’Oklahoma e nel Kansas, e in generale in quelle contee con più popolazione evangelica in ogni Stato.
Il suo contrario è l’ormai ritirato Marco Rubio che ha vinto in poche aree, ma significative, quelle con elettorato più urbano, istruito e laico, quindi Miami, Atlanta e l’area intorno a Washington
Trump gode di un favore trasversale, è riuscito a convertire a sè sia elettori religiosi che repubblicani tradizionali che persone che erano poco interessate alla politica e così riesce a prevalere nella maggior parte delle contee, anche al Sudo in Arizona, dove il conservatorismo è più forte e soprattutto lo è la diffidenza verso stranieri e minoranze.
Sono almeno 4-5 le Americhe che si avviano a scegliere chi saranno gli sfidanti, solo due, che però dovranno riassumere le visioni discordanti dei propri elettorati, evitando l’astensionismo, e anzi, provare anche a convincere almeno una parte di coloro che sono dall’altra parte.