Amministrative 2016: polemiche sulla data
Angelino Alfano ha dichiarato che proporrà al Presidente del Consiglio il giorno 5 Giugno come data per le amministrative, e subito sono fioccate le polemiche. Ricordiamo che l’appuntamento elettorale interesserà un totale di 1300 comuni, tra i quali i principali sono Roma, Milano e Napoli. Ciò che viene contestato è il fatto che così le amministrative si svolgerebbero nel mezzo di un lungo ponte, dal momento che la festa del 2 Giugno cade di giovedì, con il rischio di un forte calo dell’affluenza.
Nella sua dichiarazione il Ministro dell’Interno aveva messo le mani in avanti:
“Stiamo valutando tutte le ipotesi e di escludere alcune date per rispetto a festività di alcune religioni. Il 2 giugno è giovedì. Non credo che milioni e milioni di italiani non andranno a votare perché fanno una vacanza con cinque pernottamenti. Altro che ponte, sarebbe una vacanza per ricchi, sarebbe la proclamazione definitiva dell’uscita dell’Italia dalla crisi”
Amministrative 2016, le reazioni politiche
Le reazioni più dure sono arrivate da Giorgia Meloni e Renato Brunetta, che accusano il governo di voler scegliere quella data per avvantaggiarsi dell’astensionismo alla amministrative: “La data del 5 giugno è infame perché cade nel mezzo di un ponte, se il governo sceglie questa data è perché non vuole mandare la gente a votare, perché Renzi ha paura di andare a votare e di perdere e punta all’astensionismo.” ha dichiarato a Un giorno da pecora su Rai Radio2 la leader di Fratelli d’Italia e candidata a Roma, aggiungendo: “Per me una data utile è l’ultima domenica di maggio, la migliore è il 29 maggio, altrimenti ci sarebbe il 12 giugno, il che vorrebbe dire andare al ballottaggio il 27 giugno”. Ma sembra che proprio il 12 Giugno sia stato scartato dalla maggioranza per la coincidenza con la festa ebraica Shavu, così si spiegherebbe il riferimento di Alfano all’esclusione di determinate date per rispetto di alcune religioni.
Amministrative 2016, pericolo astensionismo
Oltre alla coincidenza con il ponte del 2 Giugno, viene contestato anche l’eccessivo slittamento in avanti delle amministrative, il cui secondo turno avverrebbe il 19 Giugno. A tale proposito, oltre a Brunetta che ritiene “insopportabile che si voti il 5 e il 19 giugno, che si voti a scuole chiuse, che si voti con tanto ritardo”, si è fatto sentire anche Stefano Parisi, impegnato nella corsa a sindaco di Milano per il centrodestra, che ha dichiarato: “L’ipotesi del 5 giugno favorirebbe l’astensionismo. Il nostro compito è invece quello di promuovere la partecipazione democratica. La data non va bene perché è troppo avanzata e rientra nel ponte del 2 giugno, mentre si dovrebbe votare a scuole aperte. Il nostro obiettivo, quello di tutta la politica, deve essere quello di riportare le persone al voto. Mi auguro che il governo decida in questo senso”. A rimanere perplesso per i tempi lunghi è persino l’ex-segretario del PD Pierluigi Bersani, al quale la data del 5 Giugno “sembra un po’ in là..”
Si rinnova così lo scontro riguardo la data delle amministrative, dopo che nei mesi scorsi si era discusso della possibilità (sostenuta dalle associazioni ambientaliste e dalle regioni interessate) di accorpare in un unico election day il primo turno e la consultazione per il referendum sulle trivelle.