Dimissioni ministro Guidi: la ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha rassegnato ieri sera le dimissioni dal suo incarico, travolta dallo scandalo che vede coinvolto anche il compagno Gianluca Gemelli. Nelle ricostruzioni della procura di Potenza si legge che Guidi, a poche ore dal varo della prima legge di Stabilità del governo Renzi, avrebbe garantito al compagno l’inserimento di un emendamento che dava il via libera al progetto Tempa Rossa. Questo progetto prevedeva il potenziamento della raffineria Eni di Taranto che lavora il greggio estratto nell’omonimo campo gestito dalla Total. Secondo l’accusa, Gemelli era interessato allo sblocco dell’operazione perché le sue aziende avrebbero guadagnato due milioni e mezzo in sub appalti. E stando alle ricostruzioni, anche la ministra Boschi ne era a conoscenza.
Dimissioni ministro Guidi: la lettera di dimissioni
“Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato”. Con queste parole inizia il comunicato, pubblicato poco dopo le 20 sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, con cui l’ex ministra Guidi ha rassegnato le proprie dimissioni. “Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”.
A stretto giro le ha risposto il premier Renzi, in visita negli States: “Rispetto la tua scelta personale sofferta, dettata da ragioni di opportunità che condivido: procederò nei prossimi giorni a proporre il tuo successore al capo dello Stato”.
Dimissioni ministro Guidi: le intercettazioni
Intercettata dagli inquirenti, così parlava il 13 dicembre 2014 l’ex ministra dello Sviluppo Economico: “Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se… è d’accordo anche Maria Elena là… quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte… Rimetterlo dentro alla legge… con l’emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa… ehm… dall’altra parte si muove tutto!”.
Successivamente, Gemelli contatta il rappresentante della Total per confermargli lo sblocco dell’operazione: “La chiamo per darle una buona notizia…ehm..si ricorda che tempo fa c’è stato casino..che avevano ritirato un emendamento…ragion per cui c’erano di nuovo problemi su Tempa Ross … pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al Senato. Ragion per cui…se passa…e pare che ci sia l’accordo con Boschi e compagni…(…) se passa quest’emendamento… che pare… siano d’accordo tutti…perché la boschi ha accettato di inserirlo… (…) è tutto sbloccato! (ride ndr)…volevo che lo sapesse in anticipo! (…) e quindi questa è una notizia…”.
Dimissioni ministro Guidi: lotta per il referendum
Stando alle indiscrezioni delle ultime ore, l’ex ministra Guidi sarebbe caduta vittima di una battaglia politica portata avanti da alcuni magistrati anti-trivelle in vista della consultazione referendaria del prossimo 17 aprile. I Pm, infatti, non avrebbero esitato a bloccare i pozzi dell’Eni in Basilicata, comportando il licenziamento di 500 operai e mettendone a rischio altri 4 mila.
Consapevole della battaglia politica celata dietro all’inchiesta della procura di Potenza, il premier Renzi ha rivendicato il contenuto dell’emendamento incriminato, non scagliandosi contro l’ex titolare del dicastero dello Sviluppo Economico.
Dimissioni ministro Guidi: la nomina del nuovo ministro
Per qualche giorno Renzi assumerà l’interim del ministero, in attesa della nomina della sostituta da parte del capo dello Stato. Si fanno insistenti le voci della scelta di Teresa Bellanova, ex sindacalista della Cgil, oggi viceministro dello Sviluppo Economico, emersa alla Leopolda e in prima linea nella risoluzione di numerose vertenze aziendali, affianco proprio all’ex ministra Guidi.
Dimissioni ministro Guidi: la strana alleanza
Il Movimento 5 stelle prende la palla al balzo e prova a spaccare il Pd, presentando una mozione di sfiducia al governo: “Presenteremo una mozione di sfiducia al governo, votatela con noi e mandiamo a casa Renzi” afferma Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, rivolgendosi alla minoranza dem.
L’invito è stato però rimandato al mittente da Roberto Speranza: “Dai 5 Stelle propaganda a buon mercato. Il problema degli anticorpi deboli della politica è molto serio. Non banalizziamo. Sono emersi fatti inquietanti, non si può mettere la testa sotto la sabbia”.
Chi invece accoglie la proposta dei Cinque Stelle è il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: “Come Lega siamo pronti a votare la mozione di sfiducia al governo anche domani. Ma vogliamo scriverla insieme”.
Francesco Ferraro