Articolo pubblicato da Daniele Errera il 01/04/2016
Ecco l’asse Roma-Parigi sul deficit pubblico
Roma-Parigi, la nuova asse della crescita (e sul deficit). E’ l’ora di terminare con l’austerità e riprendere a spendere per crescere: questa la ‘nuova’ (si fa per dire) idea che si fa prepotentemente avanti all’uscita del meeting fra i progressisti europei. A frenare (parzialmente), il vice cancelliere tedesco (Spd), Sigmar Gabriel.
Deficit, l’asse Parigi Roma
Una cordialità che da tempo non si registrava, quella fra Italia e Francia. I temi dei migranti, infatti, avevano inasprito i contatti d’oltralpe in favore di quelli coi teutonici (Parigi-Berlino). Ma sull’economia la tesi italiana è vicina a quella francese e lontana dalla merkeliana. A corollario, l’intervista del Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan rilasciata a Le Figarò: “lo sforzo richiesta dall’Ue all’Italia è deformato da considerazioni statistiche e queste regole, imponendo all’Italia aggiustamenti dolorosi, le recano maggior danno che ad altri Paesi, e questo non mi va bene”. Un assist non indifferente in funzione pro sforamento del deficit, per il quale Bruxelles sembra in procinto di aprire una procedura d’infrazione verso Roma.
L’asse c’è e lo testimonia l’incontro, ma soprattutto la decisione presa, fra il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, e il premier italiano Matteo Renzi. La posta in gioco era quella di neutralizzare l’aumento dell’Iva e delle accise, aggirabile sui 15 miliardi. Operazione compiuta dato che per il 2017 è stato previsto una flessibilità di bilancio dell’1% circa, passando dall’1,1% al 2,2% circa dell’aumento del deficit. Da qui, l’aggiustamento dei conti per il quale, promette il vice Ministro Morando, “non richiede alcuna manovra di correzione, tanto è vero che potrà essere assunta con un atto, che tra due virgolette e per intendersi, potremmo definire ‘amministrativo’”.
Daniele Errera