La trovata di Gasparri: Una caparra per i candidati sindaco
La trovata di Gasparri: Una caparra per i candidati sindaco
I candidati sindaco a Roma non si contano più. Raggi, Meloni, Bertolaso, Marchini, Storace, Fassina, Rienzi, Razzi, Ilaria Cucchi e via dicendo. Tanti, forse troppi. Meglio allora mettere un freno a questa voglia di “candidarsi” imponendo una caparra di 30 mila euro. Se ottieni almeno il 3% riavrai i tuoi soldi, se invece prendi meno del 3 allora puoi dire addio alla caparra che verrà destinata ai poveri della città.
Padre di questa singolare proposta è Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, intervenuto questa mattina a Radio Cusano Campus: “Ho presentato una proposta di legge depositata al Senato. Dice che chiunque si candida a sindaco deve versare alla tesoreria comunale una cifra. 15.000 euro per i comuni con meno di 15.000 abitanti, 30.000 euro per i comuni con più di 15.000 abitanti. Se poi quando si candida prende almeno il 3% la cifra gli viene restituita, se questo candidato prende meno del 3% la cifra viene destinata dalla tesoreria comunale ai poveri della città. Questa proposta serve a scoraggiare quelli che si presentano solo per farsi citare. Ce ne sono di tutte le famiglie politiche, a destra a sinistra e al centro. Credo che sia giusto proporre la caparra, così tutti questi che sfruttano le elezioni comunale per il proprio esibizionismo si scoraggiano”.
Gasparri e il caso Guidi
Il senatore azzurro ha detto la sua anche sul caso Guidi: “Penso che Renzi avrà ancora qualche carta da giocare per resistere, si affiderà a qualche senatore transfugo, ma questa sopravvivenza parlamentare sarebbe un vivere nel logoramento. La stella di Renzi non brilla più come prima, tra conflitti d’interesse, clandestini, il mancato rimborso ai truffati dalle banche, la disoccupazione che comincia a ricrescere, perché il jobs act è una truffa. C’è, insomma, un complesso di fatti, cui si aggiunge la sua inadeguatezza sul piano internazionale, che lo sta oscurando, quando gira per il mondo sembra uno che poi va in cucina a lavare i patti, non uno che si confronta da pari a pari con altri statisti”.